1° luglio 2019
Dal 30 aprile 2019 alle scuole elementari (io sono rimasto alle vecchie definizioni) non sono più possibili le note sul registro e le sospensioni. Provvedimento che sancisce una situazione di fatto perchè quando mai è stato sospeso un alunno delle elementari. Certamente altri sono gli strumenti che la scuola deve utilizzare per correggere. Questo in linea teorica.
Poi, quando si parla con insegnanti di ogni ordine e grado, si scopre che le situazioni non sono così rosee, che il dialogo tra la scuola e la famiglia è spesso un dialogo tra sordi, che i problemi disciplinari sono talvolta ingestibili anche “grazie” alla scarsa collaborazione dei genitori, sempre pronti a schierasi a difesa del “cucciolo”, che in alcune classi è praticamente impossibile fare lezione, nell’indifferenza anche delle autorità scolastiche superiori… e si potrebbe continuare con le sottolineature negative.
Sta di fatto che gli insegnanti, oggi, mi sembrano una categoria un po’ bistrattata, perennemente sotto esame, mal pagati e senza strumenti reali per far lezione seriamente se non la propria autorevolezza. Si assiste così alla frustrazione di persone anche molto preparate costrette a spendere le ore urlando, richiamando, senza alcun risultato che non sia il diventare afoni e delusi.
D’altronde viviamo in una società in cui il “vietato vietare” sembra l’unico divieto in uso e dove ci si abitua fin da piccoli al “voglio, quindi posso”. Questo apre praterie sterminate a chi ha il compito di educare. L’educatore, infatti, è continuamente sollecitato a mettersi in gioco, ad acquistare autorevolezza, a cercare nuove metodologie educative che non prevedano sanzioni…
E’ un compito entusiasmante, ma estremamente difficile, nel quale si è quasi costretti a verificare ogni giorno la bontà delle proprie teorie e la capacità reale di metterle in pratica. Con l’onestà e l’umiltà di ammettere i propri errori e di no ritenersi infallibile. In una società “liquida” proporre qualcosa di solido è difficile, ma anche essenziale.
Grandi opportunità, dunque, sono offerte a coloro che affrontano l’ambito educativo, insieme a grandi rischi. Genitori, insegnanti, chiunque abbia a che fare con qualcuno da educare devono avere la consapevolezza di avere un compito estremamente delicato e difficile. Anche per questo bisogna riscoprire l’importanza e la bellezza della collaborazione.
Da soli si fa poca strada e, spesso, la si sbaglia anche. Lavorare insieme rende più sopportabile la fatica e produce risultati migliori.
don Roberto