18 ottobre 2021
Quando incontriamo un mendicante corriamo il rischio di provare un senso di superiorità. In fondo, pensiamo, è lui che ha bisogno, mentre noi siamo nella condizione di poter dare denaro o cibo o giudizi. Quindi noi siamo messi meglio.
In realtà, se ci pensassimo un po’ più profondamente, scopriremmo che anche noi siamo mendicanti. Perchè ognuno di noi è bisognoso. C’è chi ha bisogno di affetto, chi ha bisogno di considerazione, chi ha bisogno di essere ascoltato, chi ha bisogno di essere guarito…
Potremmo dire, con una espressione forte, che siamo mendicanti d’amore. Riconoscere questo non è facile, perchè cozza con la nostra pretesa di essere sempre dalla parte di chi dà anzichè di chi riceve. Spesso siamo presuntuosi, anche se magari in pubblico non ci comportiamo come tali, e presentarci deboli e fragili, bisognosi, ci secca.
Eppure dovremmo semplicemente prendere atto che l’essere amati è parte essenziale della nostra felicità. La creatura umana non è mai autosufficiente, ha assoluto bisogno degli altri per vivere, anche qualora si ritrovasse a disporre di cospicue risorse materiali. Varrebbe la pena, allora, considerare il nostro essere al mondo come un continuo scambio: noi doniamo qualcosa agli altri e gli altri donano qualcosa a noi.
Diventa perciò indispensabile coltivare la virtù dell’umiltà, che deriva dalla piena consapevolezza di ciò che ognuno è: nient’altro che “humus”, terra, fango. O palta, come preferisce dire qualcuno. Ecco perchè è veramente da stolti ritenersi superiori agli altri: siamo tutti sulla stessa barca e dovremmo remare tutti nella stessa direzione. Che, poi, è la rotta che ci porta in Paradiso.
don Roberto