26 aprile 2021
Diceva Erich Fromm che “il principale compito dell’uomo nella vita è dare alla luce se stesso”. In fondo siamo un mistero a noi stessi.
Chi può dire di conoscersi a fondo? Solo un superficiale o un presuntuoso. Tutti gli altri devono riconoscere che di se stessi conoscono ben poco. Ecco perchè quando qualcuno ci dice che bisogna “essere se stessi” dovremmo fargli un sorrisino di compatimento. E quale “me stesso” dovrei essere, di grazia? Perchè, se mi è andata bene, dentro di me ci sono due “me stessi”, solitamente molto diversi tra loro.
Anzi, proprio contrapposti. Se, invece, mi è andata male dentro di me ci sono talmente tanti “me stessi” da non riuscire a quantificarli con precisione. Sarà la vita a farli uscire di volta in volta, a seconda delle situazioni che mi si presenteranno. E non usciranno neanche tutti, perchè alcuni “me stessi” non saranno mai stati sollecitati a mostrarsi. Davanti a tanta complessità rischiamo di andare un po’ in crisi, abituati come siamo a tenere tutto sotto controllo e ad avere opinioni uniformi e semplicistiche su noi stessi e sugli altri.
Diventa importante, allora, essere umili e curiosi, per scoprire lati del nostro carattere che magari ci piacciono poco e per prendere atto che non siamo sempre quello splendore di beltà che spesso crediamo di essere. E però bisogna avere anche una certa dose di autostima perchè dentro di noi ci sono risorse che ci permettono di affrontare difficoltà che, a prima vista, ci sembravano insormontabili.
Che cosa vuol dire, allora, “essere se stessi”? Vuol dire continuare a cercare dentro di noi, vuol dire ascoltarci e accogliere quel poco che sappiamo del nostro animo e del nostro corpo, vuol dire conservare la capacità di stupirci davanti al capolavoro che siamo. Perchè proprio questo siamo: un capolavoro! Opera di un Artista impareggiabile, che riesce a fare solo capolavori.
“Essere se stessi” significa avere questa consapevolezza: siamo immagine di Dio, dentro ognuno di noi c’è una scintilla divina che ci fa essere un poliedro dalle mille facce, che brillano splendidamente quando sono illuminate dalla luce dell’Altissimo.
don Roberto