16 ottobre 2017
Philip Laroma è il ricercatore italo-inglese che ha denunciato il malaffare esistente nelle nostre università, dove spesso si occupano posti non in base ai meriti, ma agli sponsor.
Alla denuncia del ricercatore sono seguiti arresti e sospensioni che hanno terremotato l’insegnamento di diritto tributario in mezza Italia.
Allarga il cuore sapere che c’è ancora qualcuno che ha la schiena diritta e non si arrende a subire le vessazioni e le ingiustizie di chi detiene il potere.
Ma un’ulteriore buona notizia è che il ricercatore dell’università di Firenze non è l’unico a essersi ribellato a un certo modo di gestire le cose.
Anche Giulia Romano, ricercatrice a Pisa ha denunciato la prassi di costruire concorsi appositamente per qualcuno che deve automaticamente vincerli.
E poi c’è Andrea Franzoso, ex funzionario delle Ferrovie Nord Milano, che ha denunciato l’allegra gestione dei soldi della società da parte del presidente. Il processo per peculato è in corso. Il funzionario ha dovuto cambiare lavoro.
Le cronache, poi, hanno parlato di Ornella Piredda, dipendente della regione Sardegna, che ha denunciato le spese pazze dei consiglieri regionali, per le quali sono stati condannati in 13.
Vito Sabato, invece, è un funzionario del Comune di Pavia, che ha denunciato la pessima abitudine di gonfiare gli appalti e Caterina Uggè , in forza al Comune di Lodi ha denunciato il sindaco per turbativa d’asta.
Ci sono ancora persone che hanno un alto senso della della giustizia e non scendono a compromessi, consapevoli che quando si inizia a chiudere un occhio poi sarà automatico chiudere anche l’altro, insieme al naso e alla bocca.
Ci sono ancora persone che non diventano complici di un sistema, di una “struttura di peccato”, come la chiamerebbe san Giovanni Paolo II.
Persone che hanno il coraggio di non sporcasi le mani, disposte a pagare un prezzo anche alto alla propria rettitudine. Infatti la cosa che più impressiona nelle loro dichiarazioni è l’ ostilità dell’ambiente, dei colleghi, persino di coloro che venivano comunque danneggiati dal “sistema”.
La paura, il timore di ripercussioni, di vendette, di punizioni sembrano essere una costante.
Va bene parlare di certe cose sommessamente, sottovoce, tra amici, ma quando si tratta di scoperchiare pubblicamente la pentola mettendoci la faccia e la firma… allora tutti “tengono famiglia”.
Comunque le persone che ho citato con nome e cognome sono un esempio e alimentano la speranza.
E’ bello constatare che non tutto è marcio, che il bene esiste e può giocare le sue carte.
Anche nelle nostre piccole situazioni di ogni giorno.
don Roberto