Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 13,24-32.
e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.
Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dal fico imparate questa parabola: quando gia il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina;
così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.
In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre. Vegliare per non essere sorpresi
Siamo alla fine dell’anno liturgico, siamo alle porte dell’avvento!
Anche chi non è attento allo svolgersi della liturgia, mentre ascolta le letture di questa
domenica può dire tale frase perché è giunto il momento dell’annuncio delle catastrofi! Ci
vengono annunciati tempi di angoscia e di tribolazione, la natura che impazzisce, il caos che fa
da padrone ….. ma cosa significano?
Sono raccontati per darci una sferzata? Per farci paura?
No! E’ un genere letterario definito “apocalittico” che si è diffuso nel giudaismo dal II° sec
a.C. al II° sec d.C., quindi usato sia nel nuovo che nell’antico testamento: annuncia grandiosi
sconvolgimenti, distruzioni, catastrofi, in breve, la fine del mondo …
Apocalisse però significa in greco “rivelazione”. Come si mettono insieme le due cose? La fine
del mondo è la rivelazione della venuta ultima del Signore, sovrano del creato e della vita.
L’ultimo libro della Bibbia si chiama proprio Apocalisse: è l’annuncio della fine di questo mondo,
della realtà che siamo abituati a considerare, per lasciare il posto al mondo nuovo, consacrato
da Cristo primizia dei risorti. Anche al momento della morte in croce di Gesù la natura si è
mossa: la terra e il cielo si sono oscurati alle tre del pomeriggio …
Il Signore ci dice che la fine è vicina ma non come una catastrofe, ma come estate in cui si
raccoglierà e si discernerà: dalla pianta del fico siamo chiamati ad imparare e interpretare la
parabola non detta, che è la nostra vita, come tassello della storia di salvezza.
dal fico 1 : è l’albero che fa i primi e gli ultimi frutti. Prodotti direttamente dal tronco, senza
fioritura, durano sulla pianta per tutto l’anno; chi cerca, ne trova sempre almeno uno. Se i l
fico sterile rappresenta noi, quello fecondo è la croce, dove troviamo Gesù, dolce frutto
dell’amore del Padre e dei fratelli, Parola fatta carne.
sapete che è vicina l’estate: è la stagione dei frutti. La croce ne segna l’inizio inarrestabile.
Gesù è il primo di una numerosa schiera. ( Rm8,29)
sapete che è vicino, alle porte: fra tre giorni, il primo frutto sarà appesa al tronco, fuori
dalla porta delle mura (Eb 13,12). Con lui è giunto il regno di Dio. Basta che ci convertiamo a lui
e lo seguiamo.
nessuno sa, né gli angeli né il Figlio: quanto è certo e determinato l’evento, altrettanto è
incerta e indeterminata l’ora e il giorno della fine nostra, della fine del mondo e della sua
ultima venuta. Così Dio ha saggiamente stabilito per il nostro bene. Infatti, se sapessimo il
giorno e l’ora, cadremmo in un terrore pietrificante o in un’attesa alienante, invece di vivere
ogni istante facendo la sua volontà. Inoltre, non sapere il quando, ci fa vivere la nostra
finitezza come un luogo di conversione dalla paura della morte all’abbandono filiale nelle mani
del Padre. Quel giorno poi dipende anche dalla nostra libertà così dura a convertirsi, alla quale
viene incontro la pazienza di Dio. Quel giorno e quell’ora, infine, è ogni giorno e ogni ora in cui
decidiamo per lui. É infatti sempre questo il tempo per dare frutto. Gesù è il rivelatore del
Padre, che ci ha detto tutto quanto occorreva che conoscessimo. Venisse anche dagli angeli,
ogni altra rivelazione sulla fine del mondo è certamente falsa e fuorviante. Non è importante
sapere quando finisce. Sappiamo che certamente finisce. Anzi sappiamo che è già finito, ed è
giunto il momento di passare dalla morte alla vita.
1 S.FAUSTI, Ricorda e racconta il Vangelo, Ancora,1990, 421ss
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate