Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 18,15-20.
se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Oggi in parrocchia festeggiamo la Natività di Maria, colei a cui chiediamo di intercedere per noi
l’unità e la pace nelle nostre comunità. In questa domenica di settembre, però, la parola che il
Signore ci dona tramite la sua chiesa mi ha particolarmente scosso: non è solo correzione, non solo
giudizio, ma è correzione fraterna, giudizio sull’agire e non esclusione della persona…solo se ami,
solo se hai a cuore la vita dell’altro e la relazione tra quel tu che è il fratello e quell’io che sei tu,
puoi correggere, puoi emettere un giudizio senza uccidere, senza lacerare i rapporti…
Come si fa?
La preghiera che lo Spirito mette nei nostri cuori ci fa chiedere di diventare “custodi attenti di ogni
fratello e sorella, nell’amore che è pienezza di tutta la legge, perché la vita è il dono più grande che
ci sia stato dato” (cfr Colletta, anno A).
La vita, un grande dono da far fruttare, da lasciar riempire dallo Spirito affinché sia segno del
Regno in mezzo a noi e diventi vita fraterna.
Siamo sentinelle, chiamate a farci carico gli uni degli altri, ma solo nel sincero ascolto della voce
del Signore, che non solo ci domanda di “non essere debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore
vicendevole” (Rm 13,8), ma ce ne indica la misura: Cristo, il solo che ha riconciliato il mondo con
Dio e che ha affidato a noi la parola della riconciliazione (cfr 2 Cor 5,19).
Come facciamo a sapere se il nostro è un essere custodi attenti di ogni fratello e sorella come ci
chiede Dio? “La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità” (Rm
13, 10).
Aveva proprio ragione il re Salomone a chiedere a Dio un cuore capace di discernere per poter fare
giustizia per il suo popolo… “Vieni Spirito Santo, manda a noi un raggio della tua luce…” (cfr
Sequenza allo Spirito Santo)
Nel vangelo Gesù ci promette una cosa grande: “se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo
per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o
tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18, 19-20). Allora possiamo solo chiedere
gli uni per gli altri di essere costruttori di relazioni fraterne, di relazioni secondo il cuore di Dio,
segni efficaci della sua presenza qui ed ora, perché “qa questo tutti sapranno che siete miei
discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).
Buona Domenica.
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate