Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 12,38-44.
avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.
Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.
Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Tre quadri: Elia e la vedova di Sarepta, la vedova del vangelo e l’amministratore disonesto
del vangelo di venerdì. Cosa hanno in comune? La salvezza e la fiducia/fede in Dio che è
invisibile.
La vedova di Sarepta: essere incontrati dalla salvezza.
La vedova del vangelo: sentirsi salvati.
L’amministratore disonesto: costruirsi la salvezza
La vedova di Sarepta: dover credere per non morire
La vedova del vangelo: credere ben oltre il visibile
L’amministratore disonesto: credere nel solo visibile
Per la vedova che incontra Elia, la morte è lì ad un passo: mangiare in 2 o mangiare in 3
farina e olio sarebbero finiti comunque. Si trova a dover passare come in un imbuto.
Quante volte ci accade!
Ma passato, si apre un nuovo orizzonte.
La vedova che mette i 2 spicci come offerta, sa già che non ha altro, ma la sua vita è già
nella totale fiducia in Dio e non teme né lo scherno degli uomini, né la morte in questo
mondo. Quante persone vivono così e mi lasciano a bocca aperta.
L’amministratore si aggiusta da sé, ancora usurpando i beni del suo ex padrone, facendosi
amici i debitori con lo sconto del dovuto. Di lui Gesù loda la scaltrezza e ci suggerisce di
usarla per fare il bene, ma l’amministratore non vede oltre e crede di essere l’artefice unico
della sua salvezza dalla morte di questo mondo.
In tutte e tre le situazioni e i personaggi ci possiamo rispecchiare nelle diverse fasi della
vita, ma anche della giornata.
Ringrazio il Signore che con i fatti e la sua Parola si fa presente, non per condannarmi ma
per aiutarmi ad avere fede nella sua salvezza.
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate