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XXXI Domenica del Tempo Ordinario

8 Novembre 2021 by Manuela Brancatisano

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 12,28b-34.

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore;
amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».
Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui;
amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Il tempo corre veloce e ci stiamo avvicinando al termine dell’anno liturgico e in questa 31ª
domenica la Parola di Dio c’invita all’ascolto. In un tempo dove siamo frastornati da suoni, parole,
proclami, questo invito ci può magari infastidire oppure ritenerlo superfluo; in fondo la Parola
declamata ogni domenica ha diversi millenni, qualche cosa di superato ci potrebbe anche essere.
Questo invito all’ascolto invece è un richiamo forte e pressante proprio per noi uomini d’oggi che
distratti da tanti rumori ormai sappiamo sentire, ma non ascoltare; il sentire, infatti, è un’azione
meccanica che compie automaticamente il nostro orecchio, l’ascoltare è legato all’attenzione e
quanto udito è ritenuto nella mente e nel cuore per rifletterci e per meditarlo, arricchendo così il
sapere, le conoscenze sino a plasmare le scelte. È quanto chiede Dio per bocca di Mosè nel
Deuteronomio (1ª Lettura) al popolo d’Israele che uscito dalla schiavitù dell’Egitto sta per entrare
nella terra promessa e il Signore si preoccupa di dargli delle leggi per i rapporti con Lui e tra le
diverse tribù con lo scopo di promuovere il vivere nella pace e nella prosperità. Mosè invita subito
Israele a temere il Signore, ciò non significa aver paura di Lui, ma è il rispetto reverenziale che si ha
non tanto verso un superiore, quanto invece nei confronti del proprio padre, c’è quindi racchiuso
anche l’amore filiale. È questa la caratteristica del nostro rapporto con Dio, quella di un figlio verso
il proprio Padre che ama, rispetta e che quindi ascolta per imparare ciò che serve nella vita. Mosè,
infatti, prosegue chiedendo di ascoltare e mettere in pratica i comandamenti del Signore per una
ragione sola: essere felici. Il primo comando è quello di riconoscere il Signore come unico Dio, di
amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, con tutto se stessi. È Gesù che nel
brano di Vangelo ripete queste medesime parole rispondendo allo scriba che chiede qual è il primo
di tutti i comandamenti, aggiungendo che il secondo è amare il prossimo come se stessi e sono i più
importanti. Sono perciò comandamenti non da sentire e dimenticare subito dopo, ma vanno
ascoltati, conservati nel cuore e nella mente per ricordarcene e metterli in pratica, è un ascolto che è
obbedienza. L’insegnamento di Gesù possiamo considerarlo racchiuso in queste poche righe che
ripeterà nel suo testamento durante l’ultima cena con una variante, dobbiamo amare come Lui ci ha
amato, questa ormai è la misura dell’Amore, quello vero; è questa la meta dell’ascolto. È Cristo,
unico sacerdote eterno che ci ha salvati col suo Amore arrivato sino al martirio della croce (2ª
Lettura), che ci chiede di amare il Padre suo e il nostro prossimo come ha amato e ancora ama Lui.
Ascoltiamolo per mettere in pratica ed essere felici, ora e nell’eternità. Ascoltiamo la Parola di Dio
che sentiamo ogni domenica o che leggiamo individualmente, non limitandoci quindi a udirla, ma
accostandoci ad essa convinti che è Parola di un Padre che ci ama e ci sta indicando la strada della
felicità. Ascoltiamo davvero i suoi consigli, le sue leggi, i suoi desideri come figli che amano il
Padre e attendono di conoscere i suoi insegnamenti per viverli. Oggi ci chiede di amare e ha già
mandato lo Spirito Santo che sin dal battesimo ci sta aiutando a camminare sulla strada dell’amore
vero e grande che dobbiamo a Dio e al nostro prossimo. Cerchiamo di essere diligenti nell’ascolto e
nell’ubbidire, per il nostro vero bene.
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate
Posted in: Vangelo Tag: monache benedettine grandate

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