Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 22,34-40.
In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme
e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Siamo giunti alla 30ª domenica del tempo ordinario e ci stiamo avvicinando a grandi passi alla
conclusione dell’anno liturgico che ci ha visti ripercorrere la vita terrena di Gesù con i misteri della
nostra salvezza e i suoi insegnamenti presentati dal Vangelo. Oggi incontriamo il cuore del
messaggio evangelico: l’amore verso Dio e il prossimo, distintivo dell’essere discepoli di un Dio
carità. Il comandamento dell’amore a Dio si trova già nell’AT (Dt 6,5) come ben attesta il fariseo
dottore della Legge, ora Gesù lo indica come il primo e più grande unendovi quello per il prossimo,
enunciato nel Levitico 19,18, e nell’ultima cena lo completerà con un’aggiunta che lo farà diventare
nuovo: amatevi come Io vi ho amato (Gv 15,12). Amare come Gesù che per nostro amore ha
accettato di morire in croce donando tutta la sua vita per gli altri, e a questo chiama anche noi, suoi
discepoli. C’è da spaventarsi o scoraggiarsi davanti a questa esigenza; chi ha un cuore così
traboccante d’amore da essere disposto a tutto rinunciare, anche alla vita, per il bene dell’altro? Dio
stesso ci viene in aiuto mandandoci il suo Spirito d’amore che è stato riversato nei nostri cuori (cfr.
Rom 5,5) mediante il battesimo e ci ha resi figli di Dio, quindi capaci di assomigliargli, capaci di
amare come Lui ci ha amato. Questo processo non avviene in automatico; è un cammino di crescita
in natura e grazia mettendoci alla scuola di Gesù, ascoltando e accogliendo la sua Parola e le
ispirazioni dello Spirito Santo. È un cammino solitamente lento e faticoso, ma un cammino di pace,
serenità e gioia. E’ un cammino che allontana da noi le conseguenze dolorose di un Dio che difende
poveri ed oppressi, come egli stesso assicura nel Libro dell’Esodo (1ª Lettura), mentre dà al suo
popolo le disposizioni per vivere rapporti fraterni e caritatevoli. Accogliamo il comandamento
dell’amore, facciamo nostri i comportamenti suggeriti in Esodo, validi anche oggi, così che Dio
potrà rallegrarsi di noi come gioisce S. Paolo nella 2 ªLettura per gli abitanti di Tessalonica che
hanno accolto il Vangelo e lo vivono, e anche noi saremo nella gioia.
Proseguiamo la riflessione con un brano si Sant’Agostino.
“Sempre, in ogni istante abbiate presente che bisogna amare Dio e il prossimo: Dio con tutto il
cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente; e il prossimo come se stessi. Questo dovete sempre
pensare, meditare, ricordare, praticare e attuare. L’amore di Dio è il primo comandamento, ma
l’amore del prossimo è primo per attuazione pratica. Tu dunque ama il prossimo e, guardando
dentro di te donde nasca quest’amore, vedrai, per quanto ti è possibile, Dio. Comincia quindi ad
amare il prossimo. Spezza il tuo pane con chi ha fame, introduci in casa i miseri senza tetto, vesti
chi vedi ignudo, e non distogliere gli occhi da quelli della tua stirpe (cfr. Is 58,7). Facendo questo
che cosa otterrai? “Allora la tua luce sorgerà come l’aurora” (Is 58,8). La tua luce è il tuo Dio, che è
per te la luce mattutina perché lo vedrai dopo la notte di questo mondo. Amando il prossimo e
prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che
dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo
ancora arrivati, ma il prossimo l’abbiamo sempre con noi. Aiuta dunque il prossimo col quale
cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere.”
“Trattati su Giovanni” 17
Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate