Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,25-30.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
“Ti benedico Padre…”
Dopo il lutto per chi non accoglie la parola, nel brano antecedente, vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato a lutto e non avete pianto), ora c’è gioia e benedizione per chi ha visto con gli occhi e con il cuore la salvezza e l’ha accettata. E’ saper stare al gioco della vita, lutto/pianto, musica/ballo… facendo il contrario ci si inceppa.. e succede molto più spesso di quanto ce ne rendiamo conto…
La vita con la sua forza spesso ci trascina a vedere una realtà che non vogliamo. La prima sapienza è saper accettare ed entrare in questo ritmo. Una volta dentro si possono leggere gli eventi dalla parte di Gesù: ovvero che la morte non è l’ultima parola, il male non vince sul bene, siamo destinati alla gioia ora e nell’eternità. Gesù è venuto e per molti è stato impossibile riconoscerlo, ne aspettavano un altro, altri non sapevano nemmeno chi fosse ma gli ha donato la salvezza e lo hanno chiamato salvatore, Figlio di Dio! In questo senso si è rivelato ai piccoli, non vuol dire agli stupidi, vuol dire a chi ha accettato quello che ha visto senza metterlo in perniciosa discussione.
Gesù arriva in un bicchiere d’acqua dato, in un malato o carcerato visitato, a volte magari solo quando capita, senza fare “gli impegnati” medaglia spesso farisaica perché suppone dei meriti.
Lo Spirito di Dio ci conduca alla verità tutta intera!