Solennità di Maria Santissima Madre di Dio (I° gennaio)

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,16-21.

In quel tempo, i pastori andarono senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

Oggi è la chiesa a farci il più bell’augurio per questo nuovo inizio di anno: “Ti benedica il
Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il
Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6, 24-26).
Questo è sì un augurio, ma soprattutto è ciò che Dio ci ha donato con l’incarnazione del
Verbo e con la sua morte e risurrezione. Infatti “quando venne la pienezza del tempo, Dio
mandò il suo Figlio, nato da donna … perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5) e
“oggi su di noi splenderà la luce, perché è nato per noi il Signore; Dio onnipotente sarà il
suo nome, Principe della Pace, Padre dell'eternità: il suo regno non avrà fine” (ant. di
ingresso, Cfr Is 9,2.6; Lc 1,33).
È la venuta di Dio nella nostra umanità il centro dell’annuncio che è sempre “oggi”: un
passato che diventa oggi, l’oggi eterno di Dio donato a noi nella vita di Gesù. L’annuncio
degli angeli, l’annuncio dei pastori, l’annuncio dei primi discepoli – e anche il nostro
annuncio – ci presenta questo grande evento in cui solo la fede ci fa entrare. La Parola che
ascoltiamo ci attualizza all’evento, ma noi dobbiamo stare attenti a non indurire il cuore, a
non cadere nella disobbedienza per godere di quella pace che Dio non si stanca di donarci
ancora e ancora con la su presenza.
Oggi è il racconto/annuncio della nascita storica di Gesù a risuonare e chi l’accoglie con fede
viene condotto, come i pastori, a vedere che davvero oggi è nato il Salvatore. Questo
annuncio è così importante perché noi oggi siamo chiamati a giungere, mediante
l’obbedienza di fede, dal fatto della nascita di Gesù al suo annuncio, efficace solo se lo
ascoltiamo e cambiamo direzione (Cfr Una Comunità legge il Vangelo di Luca, di p. Silvano
Fausti, p.64).
Maria, di cui ci viene solo detto che “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole
nel suo cuore” (Lc 2,19), ci è di esempio. Il suo sì ha fatto in modo che il Verbo, che era sin
dal principio, che era presso Dio e che era Dio, venisse tra i suoi per dare a quanti lo avessero
accolto il potere di diventare figli di Dio: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi e noi – la comunità di chi ha accolto Gesù e quelli che crederanno in lui mediante la loro
parola (Cfr Gv 17,20) – abbiamo contemplato la sua gloria, piena di grazia e di verità (Cfr Gv
1,1-14).
Anche noi come i pastori siamo chiamati a metterci in moto per vedere la verità di ciò che ci
viene annunciato di Dio: l’annuncio riguarda una persona concreta, Dio stesso, il Signore.
Come Maria non ha ricevuto il dono di Dio per sé sola, ma per portarlo nel mondo, così
anche noi, che ascoltando abbiamo creduto e perciò veduto, siamo chiamati a portare ad altri
l’annuncio del Dio fatto Uomo, del Dio-con-noi.
“Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i
nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita,
quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in
comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo” (1
Gv 1,1-4)
Tutti possiamo giungere a questa comunione, perché siamo a immagine di Dio e la sua Parola
abita in noi, dobbiamo solo superare le resistenze che ritardano la nostra accoglienza della
Parola. Andiamo e vediamo ciò che abbiamo conosciuto.
Buon Anno a tutti, sotto lo sguardo attento e amorevole di Dio che sempre cammina accanto
a noi.

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate