Il 16 dicembre l’Avvenire riportava un articolo dal titolo: “La Luce di Betlemme illumina l’Ucraina ridotta al buio dalle bombe”, raccontandoci come la “Luce della pace” accesa nella Basilica della Natività a Betlemme e distribuita attraverso l’Austria, vuole essere, nonostante il conflitto, un simbolo di vita, perchè l’amore prevale sulla morte e la luce sulle tenebre.
Basta una piccola luce per far svanire la tenebra… Anche in questo nostro oggi, dove la tenebra sembra aver ricoperto tutta la terra, perché noi siamo chiamati a essere i messaggeri che annunciano la pace, la buona notizia della salvezza: Dio regna, il suo regno è qui in mezzo a noi (cfr Is 52,7) per farci vivere la pienezza della vita, la sua stessa vita.
Per amore nostro Dio non ha taciuto, per amore nostro non si è concesso riposo, e non si concederà riposo finché non sorgerà come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenderà come lampada (cfr Is 62,1). Tutto questo è già avvenuto…
In questo Natale mi riscopro parte del popolo che, camminando nelle tenebre, ha visto una grande luce (cfr Is 9,1), perché non solo “un bambino è nato per noi” (Is 9,5), ma per noi la Parola si “è fatta carne” (Gv 1,14), tanto che non dobbiamo temere, perché ci è annunciata una grande gioia, che sarà di ogni uomo: “oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,10-11). Questa gioia sarà di ogni persona… Questa luce rischiarerà la vita ogni persona…
Tutti noi siamo già avvolti dalla luce della Parola.
In questa Parola “era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,4). Questa Parola ha scelto di scendere tra noi, di essere concepito dalla vergine ed essere chiamato con il nome di Emmanuele che significa “Dio con noi” (cfr Mt 11,23).
La giustizia e la salvezza sono sorte, perché la Vita di Dio stesso, il soffio da cui viene l’esistenza, ci è stata donata in quel gesto inaudito di Dio che si fa bambino. Non dobbiamo più temere perché non possiamo più volgere le spalle a Dio, Dio è in noi, anzi Dio ha scelto di essere noi.
Come Gesù anche noi riceviamo la vita, la cui sorgente è nel Padre: noi siamo figli e possiamo esserlo solo ascoltando la Parola, quella Parola che si è fatta carne in Gesù di Nazareth. Ascoltare è essere in comunione con Dio per accogliere la vita che è venuto a portarci in abbondanza attraverso Gesù (cfr Gv 10,10). Come la luce rende possibile la vita fisica, la Parola, che è vita, è la nostra luce, è la lampada ai nostri passi (cfr salmo 119,108) perché è amore di verità.
Anche se la tenebra non può comprendere la Parola, ma non può neppure distruggerla, divorarla o ridurla a sé, noi siamo chiamati ad annunciarla a tutti: chi ascolta davvero la può riconoscere, perché risveglia quella luce che tutti abbiamo nel cuore perché tutti siamo immagine di Dio.
Forse i giornali riporteranno le stesse notizie di ieri, ma tutto è cambiato… la luce è sorta tra noi…
Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo correre a vedere il segno: “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,11).
Buon Natale.
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate