Maria Santissima Madre di Dio, solennità

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,16-21
In quel tempo, i pastori andarono senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
[Fonte: vangelodelgiorno.org]

“Madre di Dio” è il titolo che le Chiese d’oriente e d’occidente danno unanimemente a Maria, quando la ricordano nella preghiera eucaristica e nella celebrazione della nascita del Signore, quando si rivolgono a lei invocandone l’intercessione. Il popolo cristiano usa questo titolo molto prima che il concilio ecumenico riunito a Efeso nel 431 lo dichiarasse solennemente contro coloro che non lo accettavano. La proclamazione del magistero diede luogo a indescrivibili manifestazioni di giubilo da parte degli abitanti della città. A Roma, papa Sisto III (432-440) fece prontamente restaurare, consacrandola alla vergine Maria, l’antica basilica eretta nel IV secolo sul colle dell’Esquilino. Ancor oggi, quella basilica si chiama Santa Maria Maggiore, essendo stata, in occidente, la prima chiesa dedicata alla madre di Dio.

Andiamo e vediamo: “Seguendo l’annuncio i pastori intraprendono il cammino di fede, esemplare per ogni credente, che li porterà a glorificare e lodare Dio per tutto quello che hanno udito e visto, come era stato detto loro. Senza obbedienza non si può ovviamente verificare l’oggetto dell’annuncio. Ad essa i pastori si incoraggiano l’un l’altro: “andiamo” e “vediamo” questa parola che è “accaduta” e il Signore ha “notificata a noi”. L’annuncio muove i piedi per vedere il fatto che la parola ha reso noto. Prima c’è l’udire, poi l’andare, poi il vedere. L’annuncio trova la sua verifica nell’obbedienza della fede e questa ha la sua origine nella parola annunciata con cui il Signore ha fatto conoscere l’evento salvifico. La certezza che tale parola comporta è indeducibile con ragionamenti: è un’apertura del cuore che il Signore opera (At 16,14), una trafittura che accompagna l’annuncio (At 2,37); perché “la parola di Dio è viva, efficace” (Eb 4,12) e porta ad accoglierla “non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete” (1Ts 2,13)

Ora Maria conservava tutte queste parole: Maria viene presentata come il credente che, pur conoscendo bene i fatti, non può mai prescindere dalla parola ascoltata. Essa contiene sempre misteri più profondi da vedere. Per questo conserva queste parole, le serba con sé come un tesoro intimo nel suo cuore – dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (12,34) – e le confronta, le medita e le incontra. Tutto il Vangelo presenterà queste parole da ascoltare, accogliere conservare, incontrare, misurare, comprendere, combinare fra loro, in una crescita continua che fa germinare la pienezza del dono, i misteri stessi del regno di Dio (8,10). La nostra visione viene dall’ascolto di queste parole e sarà sempre frammentaria, ” come in uno specchio, in maniera confusa”. Solo alla fine sarà ricomposto nel nostro cuore quel volto che vedremo faccia a faccia (1 Cor 13,12).
Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate