IV Domenica di Pasqua

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,52-59.

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.

Gesù nel Vangelo di oggi si definisce Buon Pastore che conosce le sue pecore …
Questa immagine è tanto distante da noi perché oggi anche chi “è” un’autorità spesso non
ha autorevolezza. Seguire “la voce” di una persona perché da fiducia ed è coerente,
paziente, giusta, misericordiosa non è esperienza consueta.
A volte ci chiediamo anche quale sia la vera voce di Dio che parla in noi, quale sia, tra le
tante voci che risuonano, quella vera!
Gesù si definisce anche “porta”: passate attraverso di me! Cosa vuol dire?
Far parte e interagire con l’istituzione chiesa? Approfondire le Scritture? Andare a Messa?
Essere in grazia di Dio?
Chi non entra dalla porta è ladro e brigante!
“Gesù rimprovera i capi del popolo, che gli stanno dinanzi, di non essere pastori: non
entrano dalla porta. Come il serpente nel giardino, entrano subdolamente, aggirando e
raggirando l’intelligenza e la libertà, che sono la porta dell’uomo verso Dio” 1
La seconda lettura ci illumina su cosa voglia dire passare attraverso la porta che è Gesù.
S. Pietro ci invita a contemplare la vita di Gesù, che, per la difesa degli ultimi, in nome
della verità di Dio, è finito in croce. Tante sono le occasioni nella giornata e nella vita.
Nell’ascolto della Parola di Dio letta durante la Messa, approfondita con dei commenti,
pregata siamo ricondotti al pastore e custode delle nostre anime.
Un chiaro invito viene dal racconto degli Atti degli Apostoli. Il giorno di Pentecoste, Pietro
ricorda a Israele che ha condannato alla morte di croce il Messia. (Ovviamente anche
Cefa già chiamato Pietro, roccia, da Gesù fa parte di quegli israeliti che hanno condannato
il Messia).
Tutta i presenti chiedono “Cosa dobbiamo fare?”. Convertitevi! Passate attraverso la
stessa morte di Gesù raffigurata nel rito del Battesimo. Lì veniamo sepolti e resuscitati con
lui. L’acqua che vi bagna o in cui siete immersi simboleggia il passaggio dalla morte di una
vita senza senso e malvagia a una vita redenta, perdonata nei suoi peccati, misericordiosa
che trova riposo nei buchi dei chiodi del Signore.

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate

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1 S.FAUSTI, Una comunità legge il Vangelo di Giovanni, EDB, 2002, 246