III Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,14-20.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva:
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini».
E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti.
Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

 

 

Oggi, per iniziativa di Papa Francesco, ricorre la V Domenica della Parola. Iniziativa quanto mai
significativa e necessaria in un’epoca come la nostra, in cui corriamo il rischio di venire
letteralmente invasi da fiumi di parole che ci raggiungono in mille modi: i mezzi di comunicazione,
i nuovi social, per non parlare poi della pubblicità, che con tutte le sue strategie ci bombarda a più
non posso, in mille modi, dovunque…
Eppure il nostro cuore non si può accontentare di così tante parole che pesano così poco: ci
raggiungono, sì, ma poi corrono via e ci lasciano dentro il vuoto! In ciascuno di noi è insita una sete
ben più profonda che può essere colmata solo da una parola che ci tocchi sul vivo e riesca a farci
vibrare le corde più segrete del cuore: la Parola di Dio!
Ma come riconoscere la Parola in mezzo a tante?
Le letture di questa Domenica vengono in nostro aiuto e ci permettono di scoprire gli effetti di
questa Parola che «sta alla porta e bussa», che chiama, dà senso, arricchisce, crea, opera, guarisce,
plasma…facendosi sentire nel silenzio più autentico e accogliente.
Ascoltiamo innanzitutto il Vangelo, che narra l’esordio dell’attività apostolica di Gesù, nel suo
inconfondibile stile on the road: ci accorgiamo subito che Lui stesso è il Verbo che si è fatto carne e
la sua Parola non può fare altro che annunciare novità, ovvero, l’inizio di un tempo nuovo e
compiuto (Kairos= il momento opportuno). È una Parola esigente che interpella ciascuno, anche te
e me, si rivolge direttamente al cuore e invita a conversione.

«Convertitevi e credete nel Vangelo» (cfr Mc 1,14-20), perché «passa la scena di questo mondo»
(1Cor 7,29-31). L’appello è urgente, se lo ascolti davvero, non puoi aspettare…L’iniziativa parte
sempre dal Signore, che sa attendere la tua risposta. Simone e suo fratello Andrea, come pure
Giacomo e suo fratello Giovanni, ci testimoniano con prontezza la loro adesione alla chiamata del
Signore: subito rispondono, «subito lasciarono le reti e lo seguirono».

Sì, Gesù è il Vangelo vivente, è la Parola che non può lasciare indifferenti: se la accogli, non puoi
restare fermo dove sei, chiuso nei recinti del tuo io, anzi, devi alzarti e cambiare strada, o meglio,
convertirti, cambiare direzione rispetto a quella in cui stavi andando, per andare oltre, sempre oltre,
per volgerti finalmente verso Dio, il nostro punto di arrivo e il nostro compagno di viaggio più vero.
Bisogna ammettere che la Parola può anche dare fastidio, in un certo senso, perché ci scomoda
troppo dalle nostre false sicurezze e dal piatto quieto vivere…Tuttavia, se tentenni e fatichi ad
accogliere e a fare tua la novità della Parola, il Signore insiste e non demorde, perché vuole solo il
tuo bene e il bene dei suoi figli.

Ce lo insegna il profeta Giona: la prima lettura ci presenta solo un breve scorcio della sua vicenda
e si serve di qualche versetto come delle tessere più belle di un mosaico per dirci che fu rivolta al
profeta la parola del Signore e Giona obbedisce, facendo il bene per gli abitanti di Ninive. Però, se
potessimo rileggere l’intero libro, scopriremmo ben presto che, prima di obbedire, Giona le ha
provate tutte pur di non fare ciò che gli chiedeva il Signore! Evidentemente la richiesta era troppo
‘oltre’ i suoi schemi.
Come per Giona, per ciascuno di noi, anche per me e per te, può essere necessario un cammino di
conversione che ci porti a vivere la vita per la quale siamo nati, per essere in sintonia con il cuore di
Dio e rispondere prontamente, nonostante le nostre resistenze e le tante fatiche nei confronti della
novità che la Parola sempre ci propone. Affinché tutto ciò divenga realtà, preghiamo così:
O Dio, con bontà di padre tu ci hai mostrato la via della vita:
fa’ che nulla ci sia più dolce di questa tua voce che anche oggi ci chiama.

(dalla Liturgia monastica, p. 1648)

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate