I Domenica di Avvento

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 24,37-44.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi dscepoli: « Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.
Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca,
e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo.
Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato.
Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà. »

 

Con questa ultima Domenica di Novembre entriamo nel Tempo di Avvento e iniziamo un nuovo Anno liturgico, che
non è altro se non «Cristo stesso, che vive sempre nella Chiesa, e che prosegue il cammino di immensa misericordia da
Lui iniziato con pietoso consiglio in questa vita mortale» (Mediator Dei). L’anima dell’Anno liturgico è Gesù presente
nei suoi misteri, nella loro perennità salvatrice e santificatrice 1 .

In particolare, l’Avvento gravita sul Natale di Gesù e ci prepara spiritualmente a riflettere sul Mistero dell’Incarnazione
e ad accogliere Cristo che è venuto ad abitare in mezzo a noi quando si è fatto uomo, viene anche oggi nei Sacramenti e
nella Sua Parola, verrà alla fine della nostra vita, di questa storia e al termine del cammino della Chiesa.
È tempo di attesa per eccellenza: attesa gioiosa e fervida di qualcosa, anzi, di Qualcuno di grande, di Colui che è il
solo che può colmare la sete di infinito che arde nel cuore di ogni uomo; un’attesa che non può essere ridotta ai
preparativi di una festa che dopo due giri di lancette d’orologio svanisce nel nulla.

Ma come possiamo vivere intensamente questo tempo di grazia che ci prepara al Natale?
Il Vangelo ci mette in guardia e ci offre essenzialmente due consigli che potremmo riassumere in due parole:
vigilanza e prontezza.
Per imparare a metterli in pratica nel nostro quotidiano, perché non chiedere aiuto a San Benedetto, vero padre e
maestro che ci ha preceduto nella via della Vita e che ci può fare da guida nel cammino?
Detto, fatto: proviamo a rileggere il Vangelo di questa Domenica guardando al suo esempio e mettendoci in ascolto dei
suoi insegnamenti, per correre anche noi con cuore libero e ardente sulla via dei divini comandamenti.
Vegliare, vigilare è l’atteggiamento proprio del cristiano autentico che tiene saldo nel cuore l’invito del Signore e cerca
di stare attento ai segni dei tempi, per essere trovato sempre preparato e per eliminare eventuali ostacoli che potrebbero
impedirgli di scorgere e cogliere la venuta del Salvatore…anche nel quotidiano!

È quanto ha fatto San Benedetto, di cui si dice che «sempre vigilando sul proprio cuore, sempre vedendosi davanti agli
occhi del Creatore, sempre esaminandosi circa la propria condotta, non lasciò mai divagare all’esterno il suo occhio
interiore» 2 . Da qui possiamo trarre l’invito a vigilare su noi stessi, su ciò che facciamo, su come lo facciamo e su ciò
che abbiamo nel nostro cuore, ponendo con trasparenza tutto ciò che siamo e che ci muove davanti agli occhi del
Creatore, che è il nostro Padre celeste, che ci scruta e ci conosce meglio di chiunque altro e che rischiara il nostro
cammino con la Sua Parola, lampada ai nostri passi e luce per il cuore.
È importante, poi, la prontezza, l’essere trovati pronti. Anche in questo caso San Benedetto ci dà qualche consiglio, che
troviamo nel Prologo della sua Santa Regola. Qui ci vengono offerti proprio tanti avvertimenti e tante sottolineature che
ci invitano a quella prontezza dinamica che dovrebbe caratterizzare la vita di noi battezzati.
Ne riportiamo solo alcune tra le più significative:
 Leviamoci dunque, finalmente, poiché la Scrittura ci scuote dicendo: È ormai tempo di svegliarci dal sonno
(Rm 13,11: è una citazione contenuta anche nella seconda lettura di questa Domenica);
 Correte mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre della morte (Gv 12,35);
 Correre con ardore nel compiere il bene;
 Prepariamo i nostri corpi e i nostri cuori a prestare servizio sotto la santa obbedienza ai divini comandamenti,
 Corriamo e operiamo all’istante ciò ci può giovare per sempre.

Ecco, è con questa vigilanza e prontezza che anche noi vorremmo andare incontro al Cristo che viene, animati dal più
profondo desiderio di Dio.
Concludiamo, dunque, con un altro passaggio del Prologo, che richiama un po’ la Colletta della prima Domenica di
Avvento e che accogliamo come una preghiera e un augurio per ciascuno di noi, monaci e non, per vivere in pienezza,
con prontezza e vigilanza, questo tempo di grazia:

Muniti di una fede robusta
e comprovata dal compimento delle buone opere,
procediamo sulle vie del Signore, sotto la guida del Vangelo,
per meritare di vedere Colui che ci ha chiamato al Suo Regno. Amen.
Maria Santissima, Vergine del silenzio, Vergine fedele e Tempio Santo di Dio, interceda per noi.
Buon Avvento e…buon Anno liturgico!

 

Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate

 

1 Cfr. VIRGILIO NOÈ, La Vergine nella preghiera liturgica. Riflessioni sulle collette mariane, Opera della Regalità di N. S. Gesù Cristo, Ed. Vita e
Pensiero, Milano, 1964.
2 GREGORIO MAGNO, Il libro II dei Dialoghi, capitolo 3, paragrafo 7.