Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-23.
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Siamo giunti con questa 8ª domenica di Pasqua alla fine dei 50 giorni del tempo pasquale e lo
chiudiamo con la solennità di Pentecoste, compimento del ciclo dei misteri della nostra salvezza
iniziato con la celebrazione del S. Natale. Oggi la Chiesa che nel cenacolo era rappresentata da
Maria e i discepoli, riceve il dono dello Spirito Santo, Spirito del Cristo morto e Risorto come ben
descritto nella 1ª Lettura tratta dagli Atti degli Apostoli. È questo Spirito che attualizza per noi oggi
la partecipazione agli avvenimenti della nostra salvezza, alla grazia che ne trabocca e che si riversa
su tutti noi. È lo Spirito che in questi 2000 anni ha aiutato la Chiesa a crescere nella conoscenza di
Dio, del suo mistero d’Amore per gli uomini, l’ha sostenuta nelle prove e l’ha guidata nelle sue
scelte e decisioni e l’ha santificata aiutandola a vivere gli insegnamenti di Cristo e i suoi esempi.
Senza il dono dello Spirito Santo tutto questo non sarebbe stato possibile. È ancora lo Spirito che
armonizza le diversità nell’unico corpo di Cristo, la Chiesa, formato dai suoi discepoli che hanno
ricevuto carismi diversi ma per l’utilità di tutti, come dice S. Paolo nel brano della prima lettera ai
Corinzi (2ª Lettura). È sempre lo Spirito Santo che ci permette di riconoscere Gesù come Signore
ossia Dio e non solo uomo quindi con una vera signoria su di noi e sul creato. È il Signore Gesù
ormai risorto, che nel brano del vangelo di Giovanni si presenta agli apostoli chiusi nel cenacolo per
paura e che offre loro il dono della pace promessa nei discorsi di addio dopo la lavanda dei piedi e
quello dello Spirito Santo preannunciato come il Paraclito, il Consolatore, Colui che avrebbe aiutato
a ricordare tutti i suoi insegnamenti. In questa occasione però, dopo aver alitato lo Spirito Santo
sugli apostoli, conferisce loro la capacità di rimettere i peccati, di perdonare, è l’inizio del
sacramento della riconciliazione dato alla Chiesa dal Signore che con la sua morte e risurrezione ha
riconciliato gli uomini con Dio e tra loro e ne continua l’opera col suo Spirito. Ora gli apostoli,
Chiesa nascente, sono pronti per ricevere anche il mandato per continuare la missione di Cristo,
l’inviato del Padre per farlo conoscere a tutti gli uomini, ecco quindi che il Risorto dà a loro questo
compito, inizia così l’opera di evangelizzazione che continua ancora oggi nel mondo, grazie allo
Spirito. Noi tutti battezzati quindi che abbiamo ricevuto il dono dello Spirito nel battesimo e nella
cresima, abbiamo ricevuto il dono della fede, della pace e della missione, sì sono doni che lo Spirito
continuamente alimenta con i suoi carismi particolari, tutti però in vista dell’utilità comune, quella
di formare l’unità della Chiesa chiamando tutti i popoli a farne parte sotto l’unica fede in Cristo,
Figlio del Padre, Dio Amore. Lo Spirito Santo che oggi rinnova in tutta la Chiesa la grazia della
Pentecoste, ci renda sempre più convinti e convincenti discepoli del Signore per annunciarlo e
testimoniarlo nei nostri ambienti con la gioia degli apostoli quando hanno visto il Risorto e con tutti
i doni che abbiamo ricevuto.
Dall’Enciclica “Dominum et vivificantem” di Giovanni Paolo II.
“La Pentecoste costituisce la definitiva manifestazione di ciò che si era compiuto nello stesso
Cenacolo già la domenica di Pasqua. Il Cristo risorto venne e “portò” agli apostoli lo Spirito Santo.
Lo diede loro dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo”. Ciò che era avvenuto allora all’interno del
Cenacolo, a porte chiuse, più tardi, il giorno della Pentecoste si manifesta anche all’esterno, davanti
agli uomini. Si aprono le porte del Cenacolo, e gli apostoli si dirigono verso gli abitanti e i
pellegrini convenuti a Gerusalemme in occasione della festa, per rendere testimonianza a Cristo
nella potenza dello Spirito Santo. In questo modo si adempie l’annuncio: “Egli mi renderà
testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza perché siete stati con me fin dal principio”
(Gv 15,26 s).
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate