Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-9.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!
“E’ il grido angosciato e sconvolto delle donne al sepolcro: già la morte è stato un colpo
durissimo adesso neppure il cadavere c’è!
La grande sorpresa del mattino della nuova Pasqua è il sepolcro vuoto. Come mai il
Signore non è dove è stato posto, dove ognuno è o sarà posto per sempre? E’ un’assenza
più angosciante della stessa morte. Il sepolcro è il luogo di convegno universale. Lì gli
uomini sono riuniti, tutti ugualmente sconfitti, preda della morte, ma il sepolcro vuoto è il
presupposto della fede cristiana.
“Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra
fede. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da
compiangere più di tutti gli uomini” (1Cor 15, 14-19)
Nei vv. 1-10 si menziona il sepolcro per ben sette volte: è, ossessivamente, il protagonista
del brano. La memoria di morte che, incutendoci terrore, ci tiene schiavi per tutta la vita
diventa il luogo in cui incontraimo il Risorto.” 1
Vorrei ricordare quanti in questo periodo di pandemia non hanno potuto stare vicini ai
propri cari nei momenti ultimi della vita, non hanno potuto seppellirli, non sanno ancora
dove si trovano e hanno dovuto accettare, senza possibilità di scelta, la cremazione. Il
dolore della separazione nella malattia che porta alla morte si porta via un pezzo di vita. I
cari che se ne sono andati sono nelle mani del Risorto: possano consolare chi è rimasto
con tanta amarezza nel cuore!
“Gesù-Dio, agnello condotto al macello, è l’agnello che toglie il peccato dal mondo: entrato
lui stesso nel sepolcro, leva definitivamente la pietra che ci separa dalla vita! La gloria del
crocifisso ha fatto esplodere l’inferno.
Questa è la buona notizia da annunciare! Chi sperimenta di essere stato salvato dalla
morte subita con il peccato e dalla morte ultima (anche se muore nella carne, non muore
più), non può non annunciare!
Entrati nel sepolcro non incontriamo il dominio della morte, ma la comunione piena con il
Signore della vita!” 2
Buona Pasqua!
1 SILVANO FAUSTI, Una comunità legge il Vangelo di Giovanni, EDB, Ancora, 2004
2 SILVANO FAUSTI, Una comunità legge il Vangelo di Giovanni, EDB, Ancora, 2004
Monache Benedettine SS. Salvatore Grandate