I Domenica di Avvento – Anno B

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 13,33-37. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
E’ come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».

 

“Tu Signore, sei nostro Padre” così la liturgia con il profeta Isaia apre l’Avvento, il tempo
dell’attesa per eccellenza: l’attesa del Figlio per mezzo del quale tutte le cose sono fatte e in
lui si ricapitolano. Tu sei nostro Padre e noi tuoi figli nel Figlio prediletto.
“Se tu squarciassi i cieli e scendessi” e così è stato… è sceso nel grembo di Maria di Nazareth,
è nato come ogni bambino …. l’Amore si fa piccolo per fare posto a chi lo vuole amare, l’Amore
non si impone mai.
Niente vendetta sanguinaria, niente ira irreversibile, niente fulmini che ci rincorrono … niente
odio, il nostro Dio si è fatto bambino in un angolo oscuro della terra.
Perché ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore?
Viene per liberarci dal laccio del nostro peccato, dalla paura di un Dio padrone e geloso della
sua divinità. Il pastore di Israele, il buon Pastore viene a cercare le sue pecore smarrite e se
le carica in spalla per portare con loro la fatica del cammino …. le orme sulla sabbia sono solo
le sue perché siamo portati in braccio: possiamo così vedere la tua misericordia e accogliere la
tua salvezza.
Vigilate 1 : nella grande notte del mondo il discepolo è posto come sentinella. E’ la sua funzione
profetica “Al termine di quei sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio
dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca
una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia” (Ez 3,16)
a ciascuno il proprio lavoro: a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito,
per l’utilità comune (1Cor 12,7). Non ha dato tutto a tutti, perché non ci chiudessimo
nell’autosufficienza. Ha dato a ciascuno qualcosa, perché ognuno serva il fratello in ciò che ha,
e sia servito in ciò che non ha, e così viviamo nel servizio reciproco. Non conta il tipo di
prestazione; basta che ognuno, secondo il dono ricevuto, compia la sua. Comune a tutti, è la
legge fondamentale di mangiare il pane con il sudore della propria fronte (Gn 3,19). Chi mangia
senza sudore fa sudare un altro, che per di più non mangia. Per questi Paolo dice “ chi non vuol
lavorare, neppure mangi” (2Ts 3,10)

1 S. FAUSTI, Ricorda e racconta il Vangelo, ed. ANCORA, 1989, 431-435

 

Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate