Battesimo del Signore

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 3,13-17
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.
Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».
[Fonte: vangelodelgiorno.org]

Giovanni battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione e quanti si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessavano i propri peccati.

Giovanni battezzava con acqua, tu Gesù avresti battezzato in Spirito e fuoco (cfr. Lc. 3, 20). Perché Gesù, tu che sei il solo Giusto, l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv. 1, 29), hai voluto ricevere questo battesimo?

Eppure l’evangelista ci dice che 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.

Ricevendo il battessimo di Giovanni, tu Gesù ti riveli a noi nella tua vocazione e nella tua missione: sei il Figlio e proprio nel tuo essere Figlio ti fai nostro fratello. È il Padre stesso che lo dice lì al Giordano, così poi sul Calvario, sarai riconosciuto tale. Qui è il Padre e là è il fratello più lontano a riconoscerti tale (Mt. 27, 51-54).

Gesù, tu ti metti in fila con i peccatori, per farti solidale con noi nel nostro limite e aprirci la porta d’ingresso alla rivelazione di Dio come Padre e ricondurci a Lui. Nel tuo riconoscere il limite, il male che insidia ogni persona, tu ci permetti di riconoscerlo in noi, e di riscoprire Dio come Padre e gli altri come fratelli, perché tutti figli.

Però come possiamo biasimare Giovanni che voleva impedirtelo, 14…dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?

15… «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia».

Ecco la tua risposta alla sua obiezione. È quasi l’anticipo della risposta che darai a Pietro la notte in cui verrai tradito e ti cingerai i fianchi per lavare i piedi ai tuoi.

I tuoi pensieri non sono i nostri pensieri, le nostre vie non sono le tue vie … Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le tue vie sovrastano le nostre vie, i tuoi pensieri sovrastano i nostri pensieri. (cfr. Is. 55, 8-9), è per questo che ci viene difficile capire il tuo entrare e il tuo agire nella storia, per poter entrare e agire nella nostra storia.

Dall’eternità Dio ha pensato come presentarsi a noi fuggitivi, ed ecco che ha chiesto a te, il Verbo eterno, di farti Figlio dell’Uomo per rivelare con la tua esistenza terrena la sua corporeità. Ma non ti sei solo fatto Figlio dell’Uomo, ti sei fatto anche nostro fratello. Sei vissuto nel silenzio di Nazareth per trent’anni, quasi per considerare da vicino come poter raggiungerci tutti (cfr. Una Comunità legge il Vangelo di Matteo, di Silvano Fausti).

Ecco allora che dici a ciascuno di noi «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia» e scegli di farti battezzare da Giovanni.

Lascia fare … non impedirmi di entrare nella tua morte, se no non ti posso dare la mia vita, là dove più ne hai bisogno.

Conviene, sì conviene a ciascuno di noi che tu ti immerga nella nostra solitudine di uomini per esserci così vicino. Conviene a te, perché altrimenti non saresti l’Emmanuel, il Dio amore. Per noi è conveniente, per te è necessario. È così che siamo salvati. Così tu hai scelto: è la via che conviene a te, l’Emmanuele, per essere-con-noi e a noi affinché tu sia con noi (cfr. Una Comunità legge il Vangelo di Matteo, di Silvano Fausti).

16Appena battezzato … si aprirono per lui i cieli e hai visto lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di te. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Il tuo non esserti vergognato di chiamarci fratelli (cfr. Eb. 3,11), ti ha fatto immergere nella nostra morte, affinchè noi non affogassimo nella morte e nel nostro peccato, ma potessimo venire alla luce dell’amore del Padre. Bisognava che tu ricevessi il nostro battesimo, perché potessimo noi essere battezzati in te, Signore della vita. Allora eccoti nel gorgo del nostro abisso, ecco il fuoco del tuo Spirito creatore che entra nell’acqua della nostra morte e ci ridona la vita di figli e di fratelli. Ci sei rivelato come il Figlio amato e ci riveli a noi stessi come figli amati. Grazie perché lo fai e senza pretendere che capiamo, grazie perché ci ami per primo, grazie perché ci mostri la via: l’obbedienza all’amore!
Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate