Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,7-11.
In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.
Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.
E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
Nel tuo Figlio tu o Padre non hai avuto paura di metterti in fila tra i peccatori per farti battezzare da
Giovanni il Battista. Tu hai scelto di immergerti nelle acque del Giordano per dirci pubblicamente
la persona del tuo Figlio: egli è colui che ha voluto e continua a voler condividere la nostra
sorte conducendoci a te nella libertà. Anche per noi si tratta di un cammino costante che va dal
Giordano al Calvario, ma che rivela una profondità e fecondità nuove: la tua presenza dona
una vittoria strepitosa, definitiva, irrevocabile, su ogni potere del peccato e ultimo della morte.
Conducici, o Padre, nella libertà dello Spirito e “rendici disponibili alla sua azione, perché la
nostra vita di figli può avvenire solo nello Spirito” (don Oreste Benzi). Lo Spirito che tu hai
effuso nei nostri cuori il giorno del nostro battesimo, “matura in noi la statura del Figlio di Dio,
dell’unigenito da te generato, non creato, dalla tua stessa sostanza” (don Oreste Benzi).
Questo, o Padre, è anche il tuo desiderio, ecco perché oggi non ti stanchi di rivolgerti a noi, quasi
di pregarci: “Ascoltatemi” (Is. 55,2), “Ascoltatelo” (Mt.17,5), “O voi tutti assetati, venite” (cfr. is.
55,1).
Ci inviti ad ascoltarti per poterci chiamare ed essere realmente tuoi figli (cfr. Orazione dopo la
comunione). Ci chiedi di venire a te, che ti sei fatto uno di noi mettendoti in fila tra i peccatori, che ti
fai trovare da quanti ti cercano, che ti fai vicino a quanti ti invocano (cfr. Is. 55,1-11), perché la tua
solidarietà con noi ha dimostrato il tuo essere altro: Gesù è il tuo Figlio, il tuo essere uomo
nell’obbedienza e nell’amore che si china a servire (cfr. Vicina è la parola, guida alla liturgia
domenicale, anno b, edito Viboldone).
Ci solleciti a porgere l’orecchio e venire a te (cfr. Is. 55,3a).
Ci preghi di ascoltarti per vivere (cfr. Is. 55,3b)
Attingiamo con gioia alle sorgenti della salvezza (cfr. Ritornello al salmo responsoriale), così ci fa
cantare oggi la Chiesa, perché non abbiamo più nessun motivo di temere.
Quante volte tu o Padre sei già stato la nostra salvezza?
Questo periodo natalizio ci ha insegnato a serbare nel cuore, come ha fatto Maria, ciò che tu ci hai
regalato nello scorrere dei nostri giorni, senza dimenticare che ci hai fatti tuoi figli, non siamo più
schiavi, e se figli anche eredi per tua grazia (cfr. Gal. 4,7). Siamo tuoi figli, figli teneramente amati
da te! Questa certezza è ciò che rende i tuoi comandamenti non gravosi (cfr. 1 Gv. 5.3), è ciò che
ci fa dei vincitori e ci autorizza a gustare l’oggi, con tutte le sue grandi e piccole prove, per sperare
nel domani, quando sarà rivelato a tutta la creazione la rivelazione dei figli di Dio (cfr. Rm. 8,19) e
noi non ti vedremo più come in uno specchio, ma faccia a faccia (cfr. 1 Cor. 13,12).
Tu, o Padre, sei fedele alla tua promessa e la tua promessa è la vita eterna (cfr.1 Gv. 2,22-28), e a
ciascuno di noi ne dai una manifestazione diversa.
Questa realtà è testimoniata dallo Spirito (cfr.1 Gv.5.1-9), perché i tuoi pensieri non sono i nostri, e
la tua parola non tornerà a te senza aver compiuto ciò per cui l’avevi mandata (cfr. Is. 55,8.10-12).
La tua parola è il Verbo, il Verbo della vita (cfr. 1 Gv. 1,1), colui che è disceso per salire al cielo
riconducendo con sé i prigionieri (cfr. Ef. 4,7), colui che a quanti lo hanno accolto ha dato il potere
di diventare tuoi figli (cfr. Gv. 1,12).
“Io l’ho visto, e ho attestato che egli è il Figlio di Dio” (Gv. Cfr. 1,32-34), tutti noi possiamo dirlo in
quanto siamo rinati dall’acqua e dallo Spirito e abbiamo in noi la capacità di vivere sempre nel tuo
amore (cfr. Colletta Celebrazione Eucaristica per la festa del Battesimo del Signore).
Nel tuo Figlio, manifestato nella nostra carne mortale, tu ci hai interiormente rinnovati a sua
immagine, ci hai resi luce del mondo e alleanza di pace per tutti, allora donaci o Padre di vivere
come fedeli imitatori del tuo Figlio, in cui il tuo amore si compiace (cfr. Colletta Celebrazione
Eucaristica per la festa del Battesimo del Signore).
Iniziando con il battesimo la vita pubblica del tuo Figlio, tu o Padre ti mostri servo, colui che percorre
le strade del mondo facendo il bene, e così ci hai aperto la via per diventare persone, una via di
umanizzazione aperta a orizzonte inauditi, proprio attraverso il servizio ai fratelli: essere tuoi figli nel
Figlio, essere unificati nella tua presenza.
Basta la nostra fede (cfr. 1 Gv. 5,4) per essere dei disarmati che non vincono il male con le armi, ma
con l’inserimento in una vita diversa, sola e unica, capace di far cessare il male, proprio come ha
fatto il tuo Figlio.
Monache Benedettine Monastero SS. Salvatore Grandate