Quando compriamo qualcosa da mangiare siamo sempre attenti a controllarne la filiera, a capire quali sono gli ingredienti e come viene prodotto un alimento.
Perchè non facciamo lo stesso quando acquistiamo un apparecchio tecnologico?
Sappiamo cosa si nasconde realmente nei nostri smartphone, tablet o pc?
“Nei nostri telefonini, computer e persino nelle batterie della auto elettriche – spiega Donata Frigerio, referente dell’associazione Chiama l’Africa -sono presenti minerali insanguinati, di provenienza soprattutto africana, frutto di sfruttamento di manodopera, uomini, donne e bambini, sottopagati se non schiavizzati”.
Parliamo di coltan, tungsteno, oro, stagno, cobalto e uranio, di cui è ricchissima l’Africa, in particolare il Congo.
Per far luce su queste problematiche e sensibilizzare a un consumo critico di telefonini, tablet e affini è stata ideata la mostra “Minerali clandestini”, allestita dal 18 al 25 ottobre 2017 al centro Cardinal Ferrari di viale Cesare Battisti, 8 a Como.
Clicca qui per leggere l’articolo di Quicomo in cui Donata Frigerio spiega la situazione africana Per saperne di più sulla mostra Minerali Clandestini leggi l’articolo di Quicomo Clicca qui per vedere l’intervista all’organizzatrice