Se funziona la teoria delle finestre rotte, allora può funzionare anche quella delle finestre ri-aggiustate!

Sabato 30 marzo 2019, alcune componenti il Coro Parrocchiale “Carovana di Dio” si sono incontrate per una passeggiata ecologica. Camminando e chiacchierando, hanno raccolto i rifiuti che sporcavano alcune vie di Grandate. Purtroppo solo quelli di  un breve tratto, perché la quantità era tale da aver assorbito tutte le energie in una sola piccola area. L’auspicio è quello di replicare presto in altre zone critiche del paese.

Nel 1969, presso l’Università di Stanford (USA), il professor Philip Zimbardo condusse un esperimento di psicologia sociale. Insieme con un team di esperti in materia, lasciò due automobili identiche abbandonate in strada, una nel Bronx, quartiere povero e conflittuale di New York, l’altra a Palo Alto, città ricca e tranquilla della California. L’obiettivo era quello di studiare il comportamento e la reazione delle persone.

Ciò che accadde  è probabilmente non difficile da immaginare e corrispose alle aspettative derivanti dalle teorie conservatrici che legano degrado e crimine alla povertà: l’automobile abbandonata nel Bronx venne smantellata in poche ore e i materiali che potevano essere riutilizzati vennero rubati; al contrario, l’automobile abbandonata a Palo Alto rimase intatta.

Lo studio in questione non si concluse, ma fu proseguito. Dopo una settimana, i ricercatori decisero di rompere un vetro della vettura abbandonata a Palo Alto, quella ancora in perfette condizioni. Cosa accadde? Accadde che si assistette alla stessa dinamica di vandalismo che era stata registrata nel Bronx: furto, violenza e vandalismo ridussero il veicolo lasciato a Palo Alto nello stesso stato di quello abbandonato nel distretto malfamato di New York.

Volendo concludere semplificando, la “teoria delle finestre rotte” dimostra che la causa del vandalismo è l’idea di disinteresse e noncuranza che un vetro rotto crea.

Il vetro spaccato, così come la spazzatura per strada e come innumerevoli altre circostanze e situazioni, portano a pensare che tutto sia ammesso, senza regole e senza norme.

Una bottiglietta di plastica abbandonata sul ciglio della strada fa sentire autorizzati ad abbandonarne una seconda e poi una terza e poi..

Al contrario l’ordine e la cura generano ordine e cura.

Ecco, quindi, che la speranza è quella che, impegnandosi a ripulire il nostro paese, si riescano a dissuadere atteggiamenti sbagliati come quello di abbandonare ogni genere di rifiuto lungo le strade.

Non solo dobbiamo impegnarci a non sporcare, ma è venuto il momento di iniziare ad impegnarci a ripulire. L’ambiente ne ha urgentemente bisogno. E’ tempo di ricominciare a meritarci il rispetto della natura. E l’unica via possibile è quella di rispettarla.

In un’epoca in cui si chiede GIUSTAMENTE grande impegno ecologico a politica, amministrazioni e aziende, la difesa dell’ambiente non può prescindere dalla consapevolezza, dalla responsabilità e dal senso civico di ciascun cittadino.

Rispettare l’ambiente in cui viviamo non significa solamente rispettare l’ambiente stesso e gli altri, ma anche, per non dire soprattutto, rispettare noi stessi. Perché il Creato è la nostra Casa comune, come dice Papa Francesco. E non possiamo volerci bene, se non vogliamo bene alla nostra casa.

Ci è stata donata una meraviglia stupenda: la Terra. Prendiamocene cura!

Possiamo tutti fare tanto!