Occhi: attraverso i silenzi mostrano la paura, che blocca, una violenza che non si vede ma è all’interno, scava nell’anima e provoca dolore.
Occhi che si fermano a un giudizio, non capiscono la sofferenza altrui. Pieni di lacrime per non riuscire a curare, a confortare, ad aiutare chi è difficoltà.
Occhi che hanno già vissuto in passato maltrattamenti, hanno sopportato e non sono stati capaci di staccarsi dal dolore che li affliggeva convincendo gli altri a ritornare sui loro passi.
Occhi smarriti di chi è piccolo e vorrebbero poter riavere l’amore di una famiglia.
Occhi regalati all’altro, pieni d’amore. Tentano di ricucire ciò che si è spezzato.
Occhi che chiedono un amore totale, soffocano la personalità unica dell’altro. Carichi di rabbia, cercano di guarirla, di controllarla ma trattenuta cresce gradualmente per esplodere.
Occhi che esprimono emozioni attraverso l’arte e i suoi colori, sono come le note e si ripetono in una melodia: il verde per l’equilibrio, l’azzurro per la profondità, il rosso per la collera, il viola per la paura e il bianco: l’assenza del rumore… dove tutto è passato e non fa più male.
Occhi che non riescono più a riconoscersi, ma sono pronti a guardarsi dentro per ricominciare…..
Occhi non più soli, ma uniti ad altri per tornare a vivere.
Grazie all’intervento dell’avv. Grazia Villa, di Irene Berteni e Giuditta Berti di Telefono Donna di Como per la loro testimonianza, per capire quanto ancora c’è da costruire e cosa possiamo fare:
i Nostri Occhi, pronti ad osservare con attenzione per vedere gli altri, per ascoltare, per essere vicini con gesti d’affetto, senza giudicare, per non restare in superficie, ma imparare a creare rapporti profondi con le persone.
Venerdì 24 novembre 2017 in seguito al dibattito del film proiettato in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.