21 novembre 2016
Federica è un nome di fantasia, ma la storia è vera.
Federica è una studentessa e frequenta, con ottimo profitto, la facoltà di giurisprudenza all’Università di Torino.
E’ ormai prossima alla laurea.
Il relatore della sua tesi è il professor Luca Sgarbi (nome reale), che insegna diritto del lavoro e che le chiede prestazioni sessuali e foto osè per ottenere, grazie al suo benevolo interessamento, il massimo dei voti.
Federica denuncia il tutto prima ai carabinieri e poi alle autorità accademiche.
I carabinieri iniziano le indagini e, attraverso le prove raccolte, capiscono che Federica è solo una delle tante ragazze che hanno ricevuto simili attenzioni da parte dell’esimio docente.
La scorsa settimana il professore viene arrestato (attualmente è ai domiciliari) per tentata concussione (cioè il reato che si ha quando un funzionario pubblico approfitta del proprio ruolo per ottenere favori indebiti in denaro o altro) e viene sospeso per sei mesi dall’insegnamento.
La Procura di Torino invita le ragazze che hanno ricevuto proposte indecenti dal professore a denunciarlo.
Da notare che all’Università di Torino è attivo dal 2011 uno sportello antimolestie che ha segnalato numerosi casi come quello di Federica, ma dichiara una responsabile: “le nostre segnalazioni non hanno mai portato a nulla e molti docenti sono ancora al loro posto. Diversi funzionari dell’Università ci hanno invitato più volte a non denunciare perchè una denuncia può avere conseguenze gravi”.
Quasi più per le vittime, mi verrebbe da dire in base alla mia esperienza!
Federica ha avuto coraggio e ha fatto una cosa che dovrebbe essere la normalità: denunciare un malato di sesso, che calpesta la dignità delle persone, mettendosi a posto la coscienza con il fatto che sono tutte maggiorenni e consenzienti. Ma quello che dovrebbe essere normale, normale non è!
Qualche volta per la vergogna, qualche volta per la paura di ritorsioni, spesso perchè si è convinti che non ne valga la pena, visto come va la giustizia in Italia.
Mi dà tanta amarezza vedere persone in qualche modo “potenti”, magari anche solo a livello psicologico, approfittare della debolezza (anche questa magari solo psicologica) altrui.
Lo dico da prete, nella convinzione che noi preti deteniamo spesso questo “potere” psicologico ed è facile essere tentati di approfittarne.
Incontriamo tante persone fragili, che si fidano totalmente di noi e non si accorgono di avere a che fare con una persona che, anche se fa il prete, è piena di problemi, di frustrazioni, di ferite e ricerca compensazioni.
E quello che vale per i preti vale per tanti altri.
Brava Federica, quindi.
Brava anche perchè ha dato a questo poveretto la possibilità di riflettere, di convertirsi.
Chi è arrivato a certi livelli di abbruttimento ha bisogno di una scossa molto forte per fermare la discesa.
E non è detto che ci riesca.
Il Signore offre sempre una possibilità di riscatto di cambiamento, di ritorno sulla retta via.
E si serve anche di una denuncia.
Chi si tira indietro dal proprio dovere diventa inevitabilmente complice e avrà sulla coscienza tutte le altre vittime. Anche se purtroppo la denuncia può ritorcersi contro chi la fa: giudizi malevoli, calunnie, ostracismo e, dove possibile, anche punizioni e ritorsioni colpiscono spesso il denunciante più che il denunciato.
Pazienza.
Alla fine quello che conta è essere in pace con la propria coscienza, davanti a Dio.
Grazie, Federica!
don Roberto