Vocazioni

5 giugno 2023

Secondo il parere di molti stiamo vivendo una crisi terribile a livello di vocazioni sacerdotali. E i numeri sembrerebbero dar ragione a questi molti. Basti dire che nel 2022 il seminario di Milano, abituato fino a qualche anno fa  a contare i nuovi preti nell’ordine delle decine,  ha visto solo sette (!) nuovi ingressi.

Momento drammatico, quindi? Certo un momento non facile,  che richiede un ripensamento a diversi livelli. Per esempio, bisogna chiedersi che tipo di prete si vuole preparare: il capetto o ducetto, che in una parrocchia fa il bello e il cattivo tempo,  decide tutto lui e vuole accanto a sé solo esecutori dei suoi ordini? Oppure l’uomo di Dio  che accompagna con spirito di servizio la crescita dei laici verso una vera corresponsabilità?  E poi  un giovane che oggi entra in seminario quali aspettative nutre? Come vede il suo futuro ministero? E già che ci stiamo facendo delle domande,  chiediamoci come le nostre comunità sentano oggi la presenza di un prete spesso condiviso con altre parrocchie e non più presenza stabile in un solo luogo.

In tutto questo ci sono i semi di una grande crescita. Il Popolo di Dio può diventare davvero un insieme di ministeri dove ogni persona offre il suo contributo alla vita di tutti, secondo i doni che ha ricevuto dal Signore. Le nostre comunità continueranno ad annunciare il Vangelo e a vivere la carità,  continueranno ad essere Chiese belle, capaci di far risplendere la grandezza dell’amore di Cristo   capaci di attrarre le persone per farle innamorare di Gesù. E tutto questo con una presenza defilata, ma non  per questo meno importante, dei preti. Chiamati a donare la celebrazione dei Sacramenti, unica vera ed esclusiva loro peculiarità.

don Roberto