13 aprile 2020
Pasqua di risurrezione: la vita che continua, la morte che viene sconfitta.
Non siamo più prigionieri di orizzonti angusti, che durano al massimo qualche decennio. Abbiamo un pezzo di vita su questa terra, un pezzo breve, denso di bene e di fatiche,di gioie e di dolori. Ma poi c’è l’altro pezzo, che non ha più fine e che, tuttavia, fa diventare decisivo quello breve su questa terra. Nella prospettiva della vita futura, infatti, siamo chiamati ad amare con tutte le nostre forze e senza indugio, senza aspettare la prossima occasione lasciando perdere quella che si presenta ora. Siamo invitati a sfruttare un “adesso” irripetibile e fuggevole,a viverlo con intensità, mettendoci tutto l’amore di cui siamo capaci, perchè questo, o il suo contrario, qualificherà il secondo pezzo di vita, quello eterno.
Una vita piena, dunque, dobbiamo vivere già qui, cogliendovi la presenza di Dio che agisce con potenza e amore grandi, sforzandoci di vedere e gustare tutti i Suoi doni. E, anche se qualcuno si impegna allo spasimo per farci credere che il Demonio sia il dominatore di questo mondo e che tutto va male e che bisogna continuamente vestirsi a lutto e avere la faccia emaciata e triste, noi continuiamo tenacemente a credere nel Risorto e a vedere le meraviglie che Dio opera ogni giorno nella vita di ognuno, ad apprezzare la bellezza delle cose e delle persone, ad assaporare i tanti gesti d’amore che facciamo e che riceviamo, a gioire della gioia nostra e degli altri, senza dimenticarci di alleviare i dolori di chi soffre.
Perchè cercare tra i morti Colui che è vivo? Il cristiano non venera un cadavere dentro una tomba. Il cristiano si stupisce davanti ad un sepolcro vuoto e incontra ogni giorno Colui che da quel sepolcro è uscito per stare con noi “tutti i giorni,fino alla fine del mondo”.
E da questo incontro quotidiano noi prendiamo la forza per essere intrepidi portatori di gioia e di speranza, soprattutto dove regnano tristezza e angoscia, dove i cuori, anche di tanti discepoli di Gesù, hanno bisogno di ardere di nuovo slancio ed entusiasmo. Come i cuori dei due di Emmaus.
don Roberto