7 novembre 2016
“Il Vangelo secondo gli italiani” è il titolo di una recente ricerca del CENSIS, che ha evidenziato alcuni aspetti molto interessanti.
Infatti ben sette italiani su dieci dicono di avere in casa il Vangelo.
Le noti dolenti iniziano quando si parla della lettura dello stupendo libro: l’ottanta per cento dei possessori del Vangelo dichiara di non leggerlo mai o quasi mai.
E a questo punto inserisco una mia personale statistica, molto empirica, ma efficace.
Basta chiedere durante una normale Messa con diverse centinaia di persone di ogni età: “Alzi la mano chi ha letto tutti e quattro i Vangeli almeno una volta nella vita”.
Le mani alzate sarebbero desolatamente pochissime.
Eppure qui siamo di fronte a persone che, nella stragrande maggioranza, frequentano tutte le Domeniche la Messa.
Il Vangelo, questo sconosciuto!
Ci si accontenta di averlo in casa, magari in una bellissima edizione da esposizione, oppure di ascoltarlo durante le celebrazioni, qualcuno (pochissimi, comunque) di meditarlo attraverso i sussidi che presentano un commento alle Letture della Liturgia quotidiana,ma è rarissimo trovare un cattolico che si sia preso la briga di leggere tutti e quattro i Vangeli.
Perchè questo è il punto: che cosa significa “leggere il Vangelo”?
Il quesito è posto male, perchè per tanti il Vangelo non è un libro come gli altri.
Chi si sognerebbe, per esempio, di aprire un libro a caso e leggerlo come capita, prima il capitolo tredici e poi il capitolo due?
Eppure, tra i pochi che leggono il Vangelo, molti usano questo metodo, con la scusa di vedere “che cosa dice adesso a me la Parola di Dio”.
Intento lodevole, ci mancherebbe!
Ma il Vangelo è una storia, nel senso più alto del termine.
E’ il racconto che Gesù ci fa di se stesso, in obbedienza alla logica dell’Incarnazione, che ha fatto entrare Dio nella storia umana non come “altro” da questa storia, ma come protagonista partecipante di questa storia.
Come possiamo conoscere davvero Gesù se non conosciamo ciò che ci ha detto di sè?
Ecco perchè è assolutamente necessario leggere i quattro Vangeli e dal primo all’ultimo capitolo, non aprendo a caso.
E magari non leggerli in modo spensierato, come un romanzetto, ma munirsi di matita e sottolineare, mettere punti esclamativi ai brani che ci sembrano più belli, punti di domanda ai brani che ci suscitano qualche dubbio.
Voglio esagerare: perchè non impararne a memoria qualche versetto, per potercelo ripetere nell’arco delle giornata? In fondo, il Vangelo dovrebbe essere la nostra regola di vita, il criterio a cui ispirare i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni.
Se non lo conosciamo a che cosa ci ispiriamo?
Ad un vago “amore fraterno” che poi ognuno interpreta a modo proprio?
Forse sarà davvero il caso di prendere in mano il Libro che abbiamo sullo scaffale o nel cassetto del comodino e cominciare a leggerlo da pagina 1.
Basterebbero cinque minuti al giorno per leggerne poche righe.
E pensarci su!
Scopriremmo che il Vangelo è anche molto bello, oltre che utile.
E che Gesù merita proprio il nostro amore.
don Roberto