12 giugno 2023
Ogni tanto capita di incontrare persone che ritengono di essere insostituibili. Genitori che hanno una bassissima considerazione dei figli e che, dopo averli mantenuti come bambini viziati fino a quarant’anni, continuano a ripetere la tragica litania “come farai senza di me?”. Oppure lavoratori che si credono indispensabili per l’azienda e che scoprono, con grande disappunto, che quando vanno in pensione l’azienda non solo sopravvive, ma va anche meglio di prima.
Volontari che danno il meglio di sé per la loro associazione e che si lamentano continuamente del fatto che nessuno li aiuta salvo rifiutare sistematicamente ogni aiuto che viene offerto con la classica frase ” lascia stare, faccio da solo”, ovviamente convinti che solo loro fanno le cose bene. Preti che arrivano in una parrocchia convinti che ” nessuno prima e dopo di loro e, soprattutto, nessuno bravo come loro”. E procedono con le demolizioni di ciò che è stato messo in piedi dai predecessori…
Insomma, sarebbe bello se si lasciasse posto a un pochino di umiltà e si riscoprisse la bellezza del servizio gratuito, ma anche quella del lasciare il posto ad altri quando arriva il momento. Restare attaccati al proprio posto e al proprio ruolo in alcuni casi può essere eroico, ma in altri è solo segno di superbia e di egocentrismo. Stiamo attenti a questo pericolo.
L’unico veramente indispensabile è Gesù. Tutti gli altri possono essere sostituiti. E il mondo andrà avanti lo stesso.
don Roberto