16 ottobre 2017
” Passeggiavo lungo le rive di un ruscello, in montagna. Guardando nell’acqua notai un sassolino nero, lucido, che a suo modo sembrava brillare, emanando lampi di luce. Misi la mano nell’acqua e raccolsi il sassolino.
Era bellissimo e sembrava vivo. Lo portai a casa e lo appoggiai sulla mia scrivania. Continuavo ad accarezzarlo e mi comunicava un senso di piacevole calore. Poi, forse stimolato dalle carezze, il sassolino cominciò a ingrandirsi e a muoversi, fino a diventare un tenero animaletto, con un morbido pelo nero e un musetto simpatico.
Mi veniva sempre più voglia di accarezzarlo e mentre lo accarezzavo, affascinato dalla morbidezza di quel pelo e dalle espressioni soddisfatte del musetto, l’animale si ingrandiva e e il suo aspetto diventava feroce.
Il simpatico animaletto si era ormai trasformato in un mostro orribile, con zanne e artigli insanguinati e cercava di uccidermi mordendomi la gola. In quel momento mi svegliai, con un urlo di terrore”.
Una persona mi ha raccontato questo sogno, applicandolo alla sua vita e invitandomi a riflettere sull’abilità del Male, che non si rivela da subito per quello che è, con le sue orribili sembianze, ma circuisce subdolamente, mostrandosi in modo affascinante, privo di pericoli.
Solo quando siamo ormai presi dentro la sua rete ci azzanna senza lasciarci scampo.
Ci accorgiamo, allora, di essere precipitati in un burrone da cui è difficilissimo risalire e che, all’inizio, ci era sembrato il dolce declivio di una collinetta ricoperta di prati fioriti.
Basta proprio poco, all’inizio.
Basta uno spinello, un bicchiere, un “gratta e vinci”, un bacio, una cena, una piccola e apparentemente innocua bugia…e si possono aprire orizzonti tenebrosi, carichi di dolore e di peccato.
Perchè il Male si nutre solo di male e di infelicità, perchè attorno a sè diffonde solo sofferenza e desolazione.
Quando si è presi tra le sue spire diventa proprio difficile riuscire a vedere il Bene e a trovare il coraggio di attuarlo. Ma Dio non ci abbandona e la Sua grazia ci insegue fino a diventare, in qualche caso, un tormento, un’inquietudine che ci porta a fare i conti con noi stessi, con la nostra miseria, con la nostra fragilità.
E che ci fa ritrovare la strada della Sua casa.
Comunque bisogna stare attenti ai sassolini neri, lucidi e affascinanti.
E’ decisamente meglio non raccoglierli.
don Roberto