6 giugno 2016
Da questa settimana il bilancio della nostra Parrocchia sarà pubblicato sul sito.
I parrocchiani di Grandate l’hanno già preso in esame perchè è stato distribuito in forma cartacea nel giorno di Pasqua ed è ancora disponibile in chiesa. Oggi vogliamo dare la possibilità a tutti, anche a chi non frequenta la Parrocchia, di verificare la gestione del denaro nella nostra Comunità.
Sono stato particolarmente contento che la mia proposta di rendere pubblico il bilancio sia stata accolta e approvata all’unanimità sia dal Consiglio per gli affari economici sia dal Consiglio pastorale.
Perchè pubblicare il bilancio?
Innanzitutto perchè i soldi della Parrocchia non sono del parroco, ma sono di tutti. La parrocchia infatti vive di offerte, liberamente elargite da chi desidera dare un contributo, piccolo o grande che sia, al suo sostentamento.
E mi sembra giusto che chi dà possa anche verificare come vengano spesi i denari. E possa anche far presente che sono spesi male o secondo priorità diverse dalle sue. E possa persino decidere di non dare più la propria offerta!
Sì, pubblicare il bilancio può anche far correre qualche rischio. In ogni caso aiuta ad essere ancora più consapevoli della responsabilità di amministrare i soldi di tutti, aiuta certamente il parroco ad evitare costosi capricci personali e a pensare sempre alla reale utilità delle iniziative che si intraprendono.
In secondo luogo si pubblica il bilancio per un vero senso di condivisione nella Comunità ecclesiale, dove convivono, grazie al Cielo, opinioni e visioni diverse, tutte comunque arricchenti in termini di idee, che possono diventare proposte concrete su come utilizzare i soldi.
Anche questo mi sembra un elemento importante nella vita della Chiesa così come la vuole il Concilio Vaticano II.
Una Chiesa dove i laici siano veramente protagonisti delle scelte e dove i pastori facciano prima di tutto i pastori e non i ragionieri o gli economisti o gli esperti in strumenti finanziari o i capomastri (anche se devo ammettere di aver visto molto spesso lapidi che ricordano i parroci come costruttori o “ristrutturatori” di chiese e di oratori piuttosto che come confessori. A volte penso che anche il desiderio di lasciare qualcosa di materiale faccia parte di un senso di paternità “fisica”: non potendo diventare papà fisicamente, il prete vuole comunque lasciare qualcosa di tangibile come imperituro segno del suo passaggio su questa terra. E allora avanti con le costruzioni, con i restauri, con le modifiche, con le statue… tanto pagano sempre gli altri!).
In terzo luogo si pubblica il bilancio perchè non c’è niente da nascondere.
Non ci sono operazioni finanziarie strane, non ci sono “neri” da sbiancare, non ci sono ricchezze da occultare.
E’ la trasparenza.
Che pretendiamo (giustamente!) dagli enti pubblici, ma che, come Chiesa, siamo restii a vivere.
E a tanti viene il sospetto, magari infondato e magari no, che ci sia proprio qualcosa di poco chiaro, di non detto e non fatto, nell’amministrazione ecclesiastica dei beni.
E a questo punto mi ricollego al quarto motivo per cui la Parrocchia di Grandate pubblica il suo bilancio: per dare il buon esempio.
Il buon esempio anche a chi dovrebbe darlo di suo e cioè agli enti ecclesiastici che stanno sopra di lei e che spesso sono così precisi nell’esigere dalle Parrocchie rendiconti al centesimo.
Chissà se prima di morire avrò la gioia di vedere pubblicato da qualche parte il bilancio della Diocesi di Como, per constatare come vengono impiegati i soldi e da dove provengono e a quanto ammonta il patrimonio immobiliare e come viene utilizzato. Quando ci si lamenta dei pettegolezzi che circolano sulla gestione economica “della curia” forse non viene in mente che il modo migliore per metterli a tacere è rendere noto a tutti ciò che invece rimane gelosamente custodito nelle sacre stanze.
Qualche giorno fa, però, finalmente una buona notizia.
I giornali hanno riportato che, caso unico in Italia, il vescovo ha dichiarato che nel giro di qualche mese sarà pubblicato integralmente il bilancio della Diocesi. La data è il 25/05/2016. Il vescovo è mons. Mauro Cipolla. La diocesi è quella di Padova. Attendo con ansia lo sviluppo della cosa.
Intanto ammiro l’intenzione, piccolo fiore nel panorama desolato (solo riguardo alla pubblicazione dei bilanci, ovviamente) dell’episcopato italiano.
Spero solo che gli diano il tempo di farlo.
I trasferimenti, si sa, sono sempre dietro l’angolo.
Specie quando si disturbano i manovratori!
don Roberto