25 marzo 2024
Nella settimana santa c’è un’ombra che aleggia nel nostro animo. Nelle letture che si susseguono giorno per giorno è sempre presente il tradimento, incarnato nell’apostolo Giuda. Uno dei Dodici, colui che oggi chiameremmo “il tesoriere” del gruppo, consegna Gesù ai suoi nemici, per trenta denari.
Sdegno, da parte nostra. Ma forse anche paura. Paura di essere un po’ come quest’uomo, di essere anche noi un po’ traditori, di essere persone che seguono Gesù, ma non hanno il coraggio di andare fino in fondo, persone che hanno aspettative sbagliate, che condividono con Gesù la strada e i pasti, ma non lo conoscono. O non lo capiscono.
Giuda è uno di noi. Perché ognuno di noi sbaglia, perché ognuno di noi fa fatica ad accettare le conseguenze dei propri sbagli. Giuda è l’amico che non vuole essere amico, è l’amato che non vuole essere amato. Giuda è un uomo solo, devastato dal rimorso, incapace di perdonarsi.
Forse, per questo, migliore di tanti altri, superficiali e indifferenti, malvagi che dimorano beatamente nella propria malvagità, insensibili alle sofferenze degli altri.
Siamo davvero tutti un po’ come Giuda. Non riteniamoci migliori di lui. Perché rischiamo di essere peggiori.
don Roberto