Storie buone

24 febbraio 2020

Il Papa ha pubblicato un messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali. E questo messaggio contiene inviti e spunti di riflessione che mi sembrano molto interessanti.

Dice il Papa: “Credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità di storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano. abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza… Quante storie, invece, ci narcotizzano,convincendoci che per essere felici abbiamo continuamente bisogno di avere, di possedere, di consumare. Quasi non ci accorgiamo di quanto diventiamo avidi di chiacchiere e di pettegolezzi, di quanta violenza e falsità consumiamo.

Spesso sui telai della comunicazione anzichè racconti costruttivi, che sono un collante dei legami sociali e del tessuto culturale,si producono storie distruttive e provocatorie,che logorano e spezzano i fili fragili della convivenza. Mettendo insieme informazioni non verificate, ripetendo discorsi banali e falsamente persuasivi, colpendo con proclami di odio, non si tesse la storia umana, ma si spoglia l’uomo di dignità. In un’epoca in cui la falsificazione si rivela sempre più sofisticata abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni. Abbiamo bisogno di coraggio per respingere quelli falsi e malvagi. Abbiamo bisogno di pazienza e discernimento per scoprire storie che ci aiutino a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi; storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano…

Si tratta di fare memoria di ciò che siamo agli occhi di Dio, di testimoniare ciò che lo Spirito scrive nei cuori,di rivelare a ciascuno che la sua storia contiene meraviglie stupende”. Raccontare il bello e il buono, dunque. Vale per gli operatori della comunicazione, ma vale anche per ognuno di noi perchè ognuno di noi è un “cantastorie”, che può lasciare un’impronta positiva o negativa in chi ascolta. Possiamo contribuire a edificare oppure a distruggere, possiamo aiutare costruire ponti o muri. Dipende da ciò che riusciamo a vedere nella nostra vita, in quella degli altri e in quella del mondo.

don Roberto