2 maggio 2022
Tante persone fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Il costo della vita è aumentato vertiginosamente, mentre gli stipendi e le pensioni sono sempre uguali. E il futuro non si presenta di certo roseo.
Eppure c’è qualcuno che può vivere tranquillamente, senza problemi, al riparo da qualunque crisi. Il Financial Times ha pubblicato gli stipendi degli amministratori delegati delle aziende quotate in borsa, relativi al 2021. Ci sono cifre incredibili. Il primo in classifica è David Zaslav, amministratore delegato di Discovery, che in un anno ha portato a casa 247 (duecentoquarantasette) milioni di dollari. Avete letto bene: sono proprio 247 milioni di dollari, a fronte degli 82.964 dollari che costituiscono lo stipendio medio di un dipendente Discovery.
Al secondo posto troviamo l’amministratore delegato di Amazon, che percepisce 213 milioni di dollari, mentre il salario medio dei suoi sottoposti è di 32.855 dollari. Per quanto riguarda l’Italia, le cifre sono quasi da mensa della caritas. Il povero amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, incassa “solo” 7,5 milioni di euro, mentre Claudio Descalzi, di Eni, si ferma alla modica cifra di 6 milioni.
E pensare che Adriano Olivetti sosteneva che lo stipendio dell’amministratore delegato dovesse essere al massimo dieci volte più alto di quello minimo (e non medio) dei dipendenti. Ma tant’è. Ormai anche aziende in perenne passivo pagano cifre da capogiro ai loro spesso incapaci vertici.
Credo che questo sia uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Soprattutto, poi, perchè a differenze così abissali corrispondono anche sfruttamento e totale disinteresse per il benessere psicofisico del lavoratore, che è visto come un oggetto da spremere e non come una persona. Il capitalismo sfrenato arriva a questo. Dove il profitto è l’unico scopo da realizzare l’umanità abdica alla bestialità.
Quanto c’è bisogno di umanizzare il mondo dell’economia! Questione complessa, ovviamente, ma perchè non dire ad alta voce che la persona non può essere calpestata in nome del guadagno di pochi? E perchè non trovare vere modalità di reale condivisione del benessere? Sappiamo che i beni materiali non sono tutto, nella vita.
Ma quando si esagera nelle differenze, la convivenza sociale è in pericolo. E gli sfruttati possono avere la tentazione di togliere di mezzo gli sfruttatori, con qualsiasi mezzo. La giustizia in ogni ambito, anche in una migliore distribuzione dei beni, può solo recare vantaggi. Sempre.
don Roberto