11 febbraio 2019
“Il denaro non dà la felicità, figuriamoci la miseria”, diceva Woody Allen.
E questa frase un po’ cinica mi fa venire in mente un’altra frase, contenuta nel libro dei Proverbi e messa in bocca a Salomone, che, rivolgendosi a Dio, dice: “Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi nè povertà nè ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perchè, una volta sazio, io ti rinneghi e dica ” Chi è il Signore?”, oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio”.
Parole di una saggezza stupenda e di un altrettanto stupendo realismo, che fanno ben comprendere come ricchezza e povertà non siano così appetibili in sè e richiedano un grande equilibrio per essere vissute e gestite senza fare troppi danni.
Certo, forse le tentazioni più grosse derivano dalla ricchezza. Studi di altissimo livello hanno accertato che il possesso di denaro al di sopra di una soglia che garantisca la soddisfazione dei bisogni primari (casa, alimentazione, uno svago) comincia a creare infelicità.
Si introduce, infatti, la perversa dinamica dei bisogni “indotti”, dell’emulazione con chi possiede di più, dell’accumulo in vista di futuri ipotetici bisogni, della paura di perdere ciò che si ha…insomma, la vita comincia a diventare un inferno, esattamente come quella di chi vive in miseria, arrabattandosi in mille modi per sopravvivere.
Un dato interessante viene da una ricerca condotta dalla British University of Columbia, negli Stati Uniti. Analizzando un certo numero di impiegati e di studenti, a cui era stata concessa una determinata somma di denaro da spendere come volessero, i ricercatori hanno evidenziato senza ombra di dubbio che i più felici erano coloro che avevano speso i soldi per fare contenti gli altri.
Non si può non pensare all’episodio evangelico che racconta l’incontro tra Gesù e Zaccheo, e la gioia di quest’ultimo quando decide di condividere la metà dei suoi beni con i poveri.
Che sia questo il segreto della felicità: usare ciò che abbiamo per gli altri? Anche la ricchezza, allora, acquista un senso, perchè diventa elemento di condivisione, di aiuto, di crescita.
E si potrebbe dire che i soldi danno la felicità anche a chi li possiede, quando danno la felicità agli altri.
don Roberto