Silenzi

8 gennaio 2024

Mons. Pompilio, vescovo di Verona, ha scritto la sua prima lettera pastorale alla diocesi affrontando un tema molto particolare: il silenzio. Riporto le sue parole, che fanno molto riflettere.

“In un contesto come il nostro, in cui le parole perdono di significato   la nostalgia del silenzio  e l’aspirazione a ritrovarlo si acuiscono. Il silenzio libera dal peso di dover stare sempre sul chi-va-là, restituendoci ad una intensa percezione del mondo,  lontano dal disincanto in cui si perde l’orizzonte. Non è un caso, forse, che sempre più numerosi siano quelli che cercano spazi e tempi di deserto. È possibile che anche lo straordinario successo che ha oggi il camminare rappresenti una forma di riscoperta del silenzio. In un mondo segnato dalla velocità, dell’utilità e dal rendimento, andare a piedi è una prova di resistenza, che privilegia la lentezza e la gratuità.

Riposizionare il silenzio al centro della propria esistenza significa ascoltare la parte più vera di sé, in mezzo al frastuono frenetico di un mondo inquinato dal rumore: il rumore esterno e quello, ancor più pervasivo, dei vari dispositivi elettronici, che creano una eco assordante e isolante. Ritrovare il silenzio interiore è indispensabile per evitare che tutto diventi opaco e confuso e per non chiudersi all’altro. Senza il silenzio è impossibile capire che siamo è che cosa vogliamo diventare. Il silenzio è precettivo, non impositivo; è comprendere e non prendere.

Però, come nel nostro organismo c’è un colesterolo buono e uno cattivo, così c’è un silenzio buono e uno cattivo. L’omertà, ad esempio, è un silenzio cattivo; non infrangere il muro di certi silenzi che coprono le ingiustizie, le connivenze con poteri violenti è silenzio cattivo. Oggi c ‘è bisogno di silenzio per ritrovare il senso, il gusto della vita”.

don Roberto