21 giugno 2021
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…”
Una siepe. Un limite. Lo sguardo del poeta che non riesce ad abbracciare l’intero orizzonte a causa di qualcosa che si frappone tra il desiderio di infinito e la realtà misera e angusta. Basta una siepe per ricondurre l’uomo a sè stesso, alla propria fragilità.
E di questa siepe abbiamo bisogno. Chiamiamola malattia, chiamiamola povertà, chiamiamola umiliazione: il nostro istinto ci porterebbe a ritenerci onnipotenti, o anche solo potenti, e invece… Ben vengano le siepi, gli ostacoli che ci danno il senso autentico della nostra vita. Se anche possedessimo tutte le ricchezze del mondo a che gioverebbe? Prima o poi ci dovremmo scontrare con i nostri limiti, fosse anche il limite ultimo che è la morte. Sarebbe opportuno, dunque, prendere atto delle nostre debolezze e, senza farle diventare scuse per la nostra pigrizia, utilizzarle per fare i passi secondo la gamba, senza la pretesa di essere i migliori, i più bravi, i più intelligenti, i più incompresi.
Siamo povere creature in cammino, che hanno dentro di sè il desiderio di una meta, di uno scopo che vada oltre questa terra. Ma fintanto che siamo qui sarà bene non dimenticarci mai che tantissime cose non sono in nostro potere. E, soprattutto, non sono in nostro potere le persone, che sono e rimangono sempre un mistero, una realtà comprensibile e conosciuta solo alla mente e al cuore di Dio. In fondo, persino di noi stessi che cosa conosciamo? Ben poco, quello che le circostanze hanno fatto uscire fino ad oggi. Niente di più. Ogni giorno, dunque, progrediamo nella conoscenza di noi stessi, degli altri, del mondo che ci circonda.
Ringraziando anche le siepi che impediscono al nostro sguardo di vedere tutto, di gustare tutto. Forse riusciremo così ad apprezzare la novità e la bellezza che ogni giorno porta con sè. Conservando nel cuore il desiderio di andare sempre un po’ oltre e, nello stesso tempo, gustando con gioia quello che abbiamo già.
don Roberto