11 aprile 2022
Giorni terribili e sublimi, quelli della Settimana santa. Giorni nei quali si mischiano e si sovrappongono amore e odio, gioia e dolore. Accompagnare Gesù in questi giorni ci permette di incontrare tanti personaggi, nei quali, di volta in volta, possiamo riconoscerci. Possiamo vederci rappresentati dalla fede presuntuosa e umiliata di Pietro e da quella limpida e semplice del centurione, dalla delusione distruttiva di Giuda, dalla tenerezza di Maria di Betania, dalla costanza e dalla tenacia delle donne, dalla paura degli apostoli, dai drammi interiori di Pilato.
E se poi guardiamo a Gesù, alle sue parole, ai suoi gesti, non possiamo far altro che ammirarlo e desiderare di essere come Lui. Che cosa c’è di più grande del donare la vita? Una vita che è sempre stata servizio, altruismo, accoglienza, perdono. Una vita che è modello per chi vuole realizzare la propria felicità già su questa terra. Una vita che costituisce la strada maestra per arrivare alla meta pensata per ognuno di noi, il Paradiso.
Come sarebbe bello amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amato, come sarebbe bello lavarci i piedi gli uni gli altri, come Lui, che ci ha dato l’esempio. Forse ci risulterebbe più difficile perdonare coloro che ci fanno del male, come Lui ha perdonato coloro che lo crocifiggevano, ma se ci riuscissimo scopriremmo come sia bello vivere con il cuore libero da rancori e risentimenti. E così la Settimana santa si dispiega e ci fa camminare prima di tutto dentro noi stessi, ci aiuta a guardare nelle pieghe più profonde della nostra anima, per cogliere i doni che Dio ci ha fatto nel momento in cui siamo stati creati.
Ci sentiamo amati e, nello stesso tempo, inviati. Ci è stata affidata la missione di rendere presente, qui e adesso, il Signore Gesù che ama, accoglie, guarisce, converte. Perchè la nostras fede non può essere solo sentimento ed emozione. Esige le opere, senza le quali è morta.
don Roberto