1° agosto 2022
“Cari amici, vedo in voi le sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono rivelati veri e propri inferni.
Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e di distruzione; difenderete la pace, pagando di persona, se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”.
Giovanni Paolo II diceva queste parole ai due milioni di giovani riuniti a Tor Vergata nel 2000, durante a Giornata mondiale della gioventù. Oggi quei giovani avranno tra i quaranta e i cinquantacinque anni. Che ne sarà stato delle parole dette dal Papa? Perchè, al di là delle intense emozioni vissute in quei giorni ormai lontani, quelle parole incitavano ad un impegno, spronavano verso precise scelte di vita.
Erano semi che venivano sparsi nelle teste e nei cuori di due milioni di persone che avevano la vita davanti e che davvero avrebbero potuto trasformare il mondo. E’ stato trasformato il mondo, in questi 22 anni? Questi giovani hanno saputo incidere profondamente nella società il marchio di Cristo?
Chissà…D’altronde, a pensarci bene, anche Gesù ha seminato, senza raccogliere un granchè, almeno a breve scadenza. E forse è proprio vero che non saremo giudicati sui raccolti fatti, ma sui semi gettati in ogni tipo di terreno, esattamente come fa il seminatore della famosa parabola. L’esperienza che vivono coloro che rivestono un ruolo educativo è spesso quella dello scoraggiamento.
Soprattutto i genitori sono presi dallo sconforto quando vedono tutti i loro sforzi arenarsi in un rifiuto o nell’indifferenza dei figli che crescono e che fanno scelte opposte ai valori ricevuti. Ma chi educa, chi propone un certo tipo di vita dovrebbe sapere che non si può andare oltre la proposta, possibilmente sostenuta dall’esempio.
Non si può far altro che seminare. E stare attenti ai segni, magari minuscoli, di una crescita della pianticella. Senza pretenderli, ma pregando perchè ci siano.
don Roberto