8 gennaio 2018
Recentemente è uscito un libro il cui titolo mi ha colpito molto. “Sale, non miele. Per una fede che brucia” (questo il titolo) mi ha ovviamente richiamato la frase di Gesù sull’essere sale della terra.
Se il sale perdesse il sapore servirebbe solo ad essere calpestato. Rendere saporiti i cibi, conservarli perchè non deperiscano e tante altre funzioni del sale ce lo rendono un elemento utile, anche se non sempre simpatico. Soprattutto quando è in eccesso. Allora i cibi diventano immangiabili.
E qualche volta, dalla nostra eccessiva salagione, viene reso immangiabile anche il Vangelo. Sì, perchè ogni tanto il carattere sanguigno di qualche evangelizzatore copre e deteriora il messaggio evangelico.
Il sale, quindi, come metafora della forza di carattere, della robustezza delle proprie convinzioni, dell’entusiasmo di proporre i valori in cui si crede va usato con grande equilibrio. Anche qui qualche “cattolicone” in servizio permanente attivo dovrebbe attenersi alle ricette di cucina quando dicono “sale e pepe quanto basta”. Il sale andrebbe stemperato con un po’ di miele.
San Francesco di Sales dice che le gemme preziose, quando vengono intinte nel miele, diventano ancora più brillanti. Presentare il messaggio evangelico con meno grinta e con un po’ più di dolcezza aiuterebbe la diffusione del messaggio stesso, lo renderebbe ancora più affascinante e attraente.. Senza scendere a compromessi con la Verità e senza venir meno alla franchezza che ha contraddistinto Gesù e gli Apostoli si può prendere in considerazione un atteggiamento che renda l’annuncio più credibile.
Come si può annunciare la gioia se si ha il volto perennemente corrucciato e ci si lamenta di tutto e di tutti? Come si può parlare d’Amore quando le nostre azioni e i nostri atteggiamenti vanno in direzione opposta? Allora un pochino di miele ci sta bene. Non troppo, perchè altrimenti si diventa stucchevoli e si suscita la nausea. Un giusto equilibrio di sale e di miele potrebbe davvero rendere più efficace tutto quello che facciamo. E penso non solo all’annuncio cristiano, ma anche all’educazione dei figli, degli alunni, al rapporto con gli altri.
Sale e miele. Mettendo al centro l’altro, con i suoi bisogni, i suoi tempi, i suoi pregi e i suoi difetti. E dosando sull’altro il nostro modo di porci. Sale e miele, dunque…quanto basta.
don Roberto