18 aprile 2022
San Paolo ci ricorda che , se non ci fosse stata la Risurrezione di Gesù, la nostra fede sarebbe vana. eppure la Risurrezione rischia di essere un episodio della vita di Cristo riservato alla domenica di Pasqua e poi lasciato nel dimenticatoio per il resto dell’anno.
Si è preferito (si preferisce?) dare risalto alla Croce, con la sua carica emotiva legata alla sofferenza subita per amore, forse per offrire ai cristiani un modello, un esempio da seguire per donare sè stessi agli altri o per sopportare con serenità i dolori e i dispiaceri della vita. Sta di fatto che la Risurrezione è stata (è?) confinata in un angolino. E invece dovrebbe essere l’evento fondamentale della nostra fede.
E’ la Risurrezione l’evento che ha cambiato la storia del mondo.
Senza la Risurrezione Gesù sarebbe stato un Socrate qualsiasi, ucciso dall’incomprensione e dall’invidia dei suoi contemporanei (ebrei gli uni, ateniesi gli altri; la croce per uno, la cicuta per l’altro) e ideatore di un messaggio rivoluzionario, capace di migliorare l’umanità. Niente di più. Ma Cristo è risorto. E noi non siamo discepoli di un bravo filosofo, bensì del Figlio di Dio.
La Risurrezione è la vittoria definitiva della vita sulla morte, della gioia sul dolore. La Risurrezione apre orizzonti nuovi e sconfinati alle nostre capacità di bene, ci permette di vedere e di vivere gli eventi con una luce e una serenità diverse, perchè sappiamo che il male non vince, è sempre sconfitto. Dio non ci ha creato per la morte, ma per la vita. Dio non vuole la nostra sofferenza, ma la nostra felicità.
Ecco perchè dobbiamo avere sempre presente la Risurrezione. Se vogliamo essere fedeli discepoli di Gesù dobbiamo sentirci inviati a portare questo annuncio sconvolgente: “E’ risorto”. E dobbiamo vivere con uno stile da “risorti”, non da morti avvolti nella tristezza e nelle lamentele.
don Roberto