Riflettere

1 Mag 2016
Parlare ai bambini è bellissimo, ma molto difficile. Anche perchè non conoscono il significato di molte parole che per noi adulti sono ovvie e scontate.

E così ho preso l’abitudine di guardare spesso il vocabolario, soprattutto quando devo preparare l’omelia della Messa domenicale nella quale sono presenti i bambini.

Tutto questo preambolo per dire che, iniziando questa nuova avventura con il sito internet della Parrocchia di Grandate, vorrei riallacciarmi idealmente alle riflessioni che scrivevo sul sito della Parrocchia di San Giuliano e che sono state raccolte nel libro “Dio resta”. Ma il pallino del vocabolario mi ha spinto a cercare i significati del termine “riflettere” e due di questi significati mi hanno aiutato a farmi un programma, una dichiarazione d’intenti sugli scopi da perseguire scrivendo settimanalmente i miei pensieri di prete e uomo comune.

Il primo significato: “Considerare con attenzione”. In un’epoca in cui si vive di slogan e pensare in modo approfondito sembra un lusso che pochi possono permettersi (rimanendo, oltretutto, inascoltati quando provano a comunicare il proprio pensiero) provare a considerare con attenzione i fatti, le situazioni, le idee, le persone, senza fermarsi all’apparenza, alla facciata, al “si dice” sarebbe già un traguardo importante. Spero di riuscire a considerare attentamente, a non fermarmi alla superficie, ad utilizzare nel modo migliore quel poco cervello che Dio mi ha dato.

E spero che il mio riflettere possa servire anche ad altri.

Il secondo significato è composito: ” Rimandare indietro, riferito a raggi luminosi. Per estensione: formare immagini per riflessione. In senso figurato: Mostrare, riprodurre fedelmente”. Confesso che mi piacerebbe che questi miei pensieri fossero un riflesso del Vangelo, preso nella sua interezza, con le sue spigolosità e le sue dolcezze ineffabili, con i “guai a voi”e i “beati voi”. Mi piacerebbe usare come unico criterio di discernimento e di giudizio il Signore Gesù, nella Sua limpidezza e nella Sua complessità.

Non ho la pretesa di avere in tasca la verità, ma so, per esperienza personale anche sofferta, che spesso ci vengono fornite verità che sono molto lontane dalla Verità. Forse perchè la Verità è una Persona morta sulla croce. La quale croce per molti è un ottimo argomento per le omelie e le meditazioni, ma un criterio pericoloso, da utilizzare il meno possibile per analizzare la propria vita personale e quella del mondo e della Chiesa.

In un tempo nel quale si rischia di confondere la bontà con il buonismo e la misericordia con il misericordismo forse è opportuno tornare al Vangelo e al Gesù che il Vangelo ci presenta, spesso molto diverso dal Gesù che ci siamo costruiti usando come colla per tenere insieme i pezzi il nostro utile e il nostro comodo, la nostra prudenza e la nostra paura.

Mi auguro e vi auguro un buon cammino, sulla strada di Gesù.

Lasciamoci tenere per mano e guidare da Lui.
don Roberto