8 febbraio 2021
Una parola (e un concetto) che sta andando molto di moda, ultimamente.
La resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. In psicologia diventa la capacità di un individuo o di un gruppo sociale di resistere e di reagire di fronte ad un evento traumatico o ad un periodo di difficoltà. Deriva da un termine latino che significa letteralmente “saltare indietro”, cioè “rimbalzare”.
In questi tempi di pandemia si sente ripetere spesso che dobbiamo essere resilienti. Perchè non basta resistere. Per usare un paragone calcistico, una squadra che si limitasse al famoso “catenaccio” probabilmente non subirebbe goal, ma non riuscirebbe neanche a farne e quindi potrebbe al massimo pareggiare. Bisogna, quindi, anche reagire, andare oltre, fare appello a tutte le nostre risorse e impiegarle per saltare l’ostacolo. Anzi, addirittura per farlo diventare un’opportunità.
A questo punto, invece di piangerci addosso, dovremmo chiederci che cosa ci sta insegnando questo periodo, di cui avremmo comunque fatto volentieri a meno. Forse ci sta insegnando l’importanza di non dare mai niente per scontato. Dall’entrare in supermercato e trovare gli scaffali pieni di ogni tipo di merce all’andare a trovare una persona cara che abita in un’altra regione o anche solo un amico che abita a quaranta chilometri da noi, dall’abbracciare qualcuno all’accompagnare una persona cara nei suoi ultimi momenti di vita.
Forse ci sta insegnando che ogni giorno abbiamo tante occasioni per fare gesti d’amore e non possiamo permetterci di sprecarle per pigrizia o per superficialità. E allora il modo migliore che abbiamo per affrontare questo periodo è quello di accogliere le sue provocazioni e sfruttarle per diventare migliori, per tirar fuori il meglio da noi stessi e per aiutare gli altri a fare altrettanto.
Le avversità non ci costringono a soccombere. Siamo noi che decidiamo come reagire e che cosa fare per non farci schiacciare. Contando anche sul sostegno di Dio, che non ci toglie le castagne dal fuoco, ma ci aiuta a non scottarci.
Resilienza, dunque. D’altronde, l’uomo è l’animale più adattabile che esista sulla faccia della terra.
don Roberto