28 febbraio 2022
Quaresima: il tempo penitenziale per eccellenza. E, si sa, la penitenza richiama immediatamente la tristezza. Sentimento congeniale a molte persone, e ai cristiani in particolare.
Eppure Gesù, proprio nel brano di Vangelo che viene proclamato il mercoledì delle Ceneri, raccomanda di non farsi vedere tristi quando si digiuna. Anzi, invita a profumarsi la testa e a lavarsi il volto, così che solo Dio possa vedere questo digiuno. La Quaresima, dunque, corre il rischio di essere un periodo in cui la Pasqua è bandita, la gioia del Risorto eliminata, la vittoria sulla morte messa da parte. E invece il senso profondo della Quaresima è proprio la Pasqua.
Se la nostra vita fosse tutta sofferenza e dolore, che vita sarebbe? Che Dio sarebbe un Dio che vuole i Suoi figli tristi e infelici? Fare penitenza non deve farci dimenticare che la nota caratteristica del discepolo di Gesù è la gioia. Anche nella sofferenza il cristiano può mantenere una serenità che viene dalla profonda fiducia nel Signore, verificata in tanti Suoi interventi nei diversi momenti della nostra vita. Farsi travolgere dalla tristezza, sentirsi sempre dentro un tunnel senza uscita sono atteggiamenti che contraddicono il nostro essere figli salvati e amati.
La Quaresima, dunque, deve aiutarci ad apprezzare ancora di più l’opera di Colui che è risorto dai morti. “Chi ci potrà separare dall’amore di Cristo?”, dice san Paolo. Qualche volta, purtroppo, provvediamo da soli a stare lontani da questo amore, a rinchiuderci dentro un involucro di sconsolata solitudine, che non ci permette di cogliere le meraviglie di Dio e che ci fa precipitare sempre più velocemente nei meandri della depressione, del pessimismo, del vittimismo.
Buona Quaresima, allora : che porti alla vera conversione del cuore, alla capacità di vedere e gustare le grandi cose che Dio fa per noi.
don Roberto