5 settembre 2016
Chissà se al Presidente del Consiglio qualcuno ha proposto di fare una piccola deviazione da Cernobbio per andare di persona a vedere i giardini della stazione di Como e rendersi così conto di persona del tipo di accoglienza che l’Italia sta realizzando per le migliaia di “migranti” che entrano nel nostro Paese?
Se anche qualcuno l’ha proposta, la cosa non è stata fatta.
D’altronde lo Stato non è già presente a Como con la prefettura e tutti gli altri apparati?
Da uomo della strada, poco avvezzo a pensare le sfumature, la vicenda dei profughi accampati alla stazione mi suscita parecchi interrogativi.
Li elenco in ordine sparso.
Da dove vengono tutte queste persone?
E non nel senso del Paese africano, ma da quale punto d’Italia.
Non penso che siano stati paracadutati direttamente alla stazione di Como!
Immagino che siano approdati da qualche parte.
E perchè non sono stati registrati? Solo perchè hanno detto che volevano andare in Germania o in Svizzera?
Sempre da uomo della strada, non addentro le questioni finemente umanitarie e politiche, so che esiste il Trattato di Dublino, sottoscritto il 15/6/1990 dagli Stati membri della UE e da Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. L’ultimo aggiornamento del regolamento del Trattato è entrato in vigore il 19/7/2013 e continua a prevedere che lo Stato in cui arriva un richiedente asilo ha l’obbligo di attuare le procedure per l’identificazione, la rilevazione delle impronte digitali e l’esame della richiesta d’asilo, di cui inizia le procedure.
Se una persona che ha fatto domanda d’asilo in uno Stato attraversa illegalmente la frontiera con un altro Stato va riportato nello Stato in cui ha fatto domanda d’asilo.
La Svizzera non fa altro che applicare questo Trattato.
L’Italia cerca furbescamente di aggirarlo non registrando le domande d’asilo e permettendo a chi arriva nel nostro Paese di percorrerlo tranquillamente per andare in Germania.
E’ serietà, questa?
E allora mi viene un secondo interrogativo: quante persone sconosciute stanno girando per l’Italia?
Se non le abbiamo registrate vuol dire che non ne conosciamo ufficialmente l’esistenza.
L’altro giorno circa 200 migranti sono spariti dalla stazione di Como. Chi erano? Dove sono andati? Boh!
E mi viene da sorridere amaramente quando sento il nostro baldo ministro Alfano dichiarare che l’Italia è un Paese sicuro.
E poi: tutte queste persone sono persone, non bestie.
Stiamo rispettando la loro dignità?
Se togliessimo il volontariato, chi si occuperebbe di loro?
“Ma il volontariato esiste per questo”, direbbero i più illuminati. “Lo Stato sa di poter contare sulla generosità dei cittadini”, direbbero altri illuminati.
E le tasse che paghiamo e che dovrebbero essere restituite in servizi?
E la capacità di programmare seriamente, senza vivere di continue emergenze?
E poi: le associazioni di volontariato, le istituzioni “parallele” allo Stato devono per forza sempre fornire l’alibi agli inetti funzionari di ogni livello perchè “tanto ci sono i volontari”?
Grazie al Cielo ( si fa per dire!) almeno qualcuno ci guadagna, su questa tragedia umanitaria: rimando alla lettura del libro “Profugopoli” di Mario Giordano e agli ottimi e documentati servizi del quotidiano “La Provincia” degli ultimi giorni di aprile.
Tornerò su questo argomento.
E intanto continuerò a pormi delle domande.
don Roberto