12 dicembre 2022
Pew Research Center è un famoso centro di ricerca di ricerca americano che recentemente ha pubblicato un ponderoso studio sull’evoluzione della società statunitense fino al 2070.
Dal punto di vista religioso si prevede una diminuzione impressionate dei cristiani, che arriveranno a costituire solo il 35% della popolazione ( a fronte del 64% del 2020) soppiantati da musulmani, indù, buddhisti ed ebrei, ma soprattutto dai cosiddetti “nones”, cioè da coloro che, pur essendo religiosi, non si riconosceranno appartenenti ad alcun gruppo religioso.
D’altronde questa tendenza è già evidente anche da noi. Dietro la classica frase “io sono credente, ma non praticante” sta il concetto di una fede privata, vissuta in modo individuale, che non vuole avere a che fare con rituali precostituiti, con regole di comportamento, con momenti comunitari. Appartenere ad un gruppo significa accettarne e condividerne i principi fondanti, vivere momenti comuni con gli altri aderenti. Tutto questo viene visto come una forzatura, come un impedimento all’esercizio libero della propria fede.
Credere in Gesù, quindi, non significa , per i “nones”, far parte di una confessione cristiana, ma essere comunque affascinati dalla figura del Maestro e credere in Lui senza la mediazione di una qualsiasi comunità.. Che cosa poi voglia dire “credere in Lui” bisognerebbe chiederlo ad ogni singola persona e sicuramente ognuno darebbe una risposta diversa. Andiamo sempre più verso una società “liquida”, dove l’individualismo rischia di diventare la nota caratteristica in ogni ambito del vivere umano. Si fa sempre più fatica a riconoscere un principio di autorità sia a livello civile sia a livello religioso.
Che cosa si può fare davanti a tutto questo? Come discepoli dovremmo porci sempre come gioiosi testimoni non solo di Cristo, ma anche della bellezza che viene dall’appartenere ad una comunità. Certo, a questo punto dovremmo farci qualche domanda sulla qualità del nostro sentirci partecipi della vita della Chiesa e, di conseguenza, sulla gioia di questo appartenere.
Forse abbiamo qualche margine di miglioramento.
don Roberto