Precarietà

Il mondo del lavoro è precario. Ormai non solo gli insegnanti, che da tanti anni vivono questo stato, ma qualunque altro lavoratore ha abbandonato l’idea del posto fisso. In modo particolare i giovani sono abituati a contratti a tempo determinato, che incidono pesantemente sulle scelte di vita. Ma quello del lavoro non è l’unico ambito in cui l’insicurezza della precarietà rende tutto liquido, senza punti fermi. Anche nei sentimenti, infatti,  sembra che tutto debba essere “a termine “. È difficile, ormai, trovare qualcuno disposto ad impegnarsi per tutta la vita in un rapporto d’amore. Si va avanti navigando a vista, disposti a cambiare rotta e meta per mille motivi. I figli si abituano a confrontarsi con altre persone che si accompagnano ai propri genitori per un po’ di tempo e che trovano difficoltà a qualificare affettivamente. Il luogo in cui si vive è precario: oggi qui e domani là in base a tanti elementi diversi. Artemisia di Alicarnasso era famosa per la facilità con cui cambiava la bandiera delle sue navi,  così da ingannare i nemici. Il problema era che ingannava anche gli alleati e nessuno più si fidava di lei. Oggi il cambio di bandiera sembra essere un elemento costante, spesso non voluto, della vita di tante persone. E tuttavia anche questo ha qualche elemento positivo. Ci permette, per esempio, di avere una maggiore fiducia in Dio. Quando i programmi e i progetti umani sono precari, c’è più spazio per la presenza attiva di Dio, a cui affidarsi con la certezza di essere amati.

don Roberto