3 giugno 2019
Finalmente è finita la campagna elettorale per le elezioni europee. Peccato che si abbia l’impressione che sia già iniziata quella per le politiche. E poi, in Italia, si vota ogni anno per qualche Regione o Comune importante e quindi… sempre l’un contro l’altro armati. E questo genera sempre di più un clima teso, di confronto rancoroso, di rabbia e di contrapposizione.
L’impressione è quella che gli interessi di parte prevalgano sistematicamente su quelli del Paese, in tutte le sue stratificazioni. Credo che non sia facile fare il ‘politico’. Ci sono continue pressioni, ci sono tanti interessi da salvaguardare, ci sono tante tentazioni a cui resistere e compromessi a cui scendere.
L’esperienza di noi “esterni” ai giochi raffinati del potere ci fa cogliere probabilmente solo l’involucro, solo ciò che ci viene deliberatamente propinato da organi di comunicazione spesso al potere asserviti o addirittura con esso collusi. Solo ogni tanto si ha sentore del sotto-banco, degli accordi di corridoio, di effettive convergenze pratiche su questioni controverse in pubblico.
Viene, allora, il sospetto di essere di fronte a una grande recita, a volte farsa a volte tragedia, realizzata da attori consumati, capaci di interpretare ruoli diversi per piacere al pubblico votante. E questa “cultura del sospetto” è terribile perchè rischia di coinvolgere tutti e di far passare per disoneste anche persone di specchiata moralità e di grandi ideali.
Forse è più che mai giunto il tempo di volare alto, di riscoprire le motivazioni profonde dell’agire politico, di confrontarsi senza sconti, ma con grande rispetto, di fare proposte costruttive e di saperle accettare anche se fatte dagli “avversari”. Idee e ideologie diverse costituiscono una ricchezza per le persone intelligenti e un pericolo per quelle grette.
don Roberto