6 agosto 2018
E’ proprio piccolo, l’uomo, quando si guarda la terra dal cielo.
Reduce dal pellegrinaggio in Polonia, consiglierei a tutti l’esperienza di un volo in aereo, in una giornata limpida. I paesi e le città appaiono per quello che sono, e cioè minuscoli agglomerati sparsi in una incredibile distesa di terra, in parte coltivata e in parte no.
Vien da pensare che l’uomo abbia proprio bisogno di aggregarsi, di unirsi ad altri uomini, per non sentirsi solo, sperduto nell’immensità, potenziale vittima di ogni piccolo sussulto del pianeta che abita e che, troppo spesso, pensa di poter dominare.
“Che cosa è l’uomo perchè te ne ricordi, il figlio dell’uomo perchè te ne curi?”, recita il salmo 8.
Un senso di smarrimento prende il cuore se riflettiamo sul niente che siamo. Eppure ci diamo da fare ogni giorno per capire l’universo e le sue leggi, per non lasciarci travolgere, per soggiogarlo.
Difficile, se pensiamo che non riusciamo a conoscere e a dominare totalmente neanche noi stessi. Ma abbiamo la capacità di non arrenderci, abbiamo un buona dose (eccessiva?) di orgoglio, che ci permette di superare gli ostacoli e di procedere sulla strada che riteniamo più giusta (ma siamo certi che lo sia davvero?).
Sono grandi e tremende, le capacità dell’uomo. E grandi e tremende sono le tentazioni a cui è sottoposto.
Il cielo, la terra, il mare: tutto ci sovrasta eppure tutto abbiamo l’illusione di conquistare, di piegare al nostro volere, di sfruttare.
E lo stesso aereo nel quale si è seduti può dare quel senso di onnipotenza che obnubila la mente e rende tracotante il cuore.
Ed è proprio la tracotanza, l’orgoglio smisurato e la fiducia irragionevole nelle nostre capacità, che ci fa smarrire il senso delle proporzioni, ci illude di essere onnipotenti e immortali. E invece siamo così piccoli! Quei paesi così distanti uno dall’altro e quelle città disperse ci parlano di piccolezza, di poveri esserini intenti a correre, per inseguire una felicità troppo spesso irraggiungibile.
Se fossimo consapevoli di essere un nulla! Un nulla teneramente amato, però. Un nulla che si dimentica di essere tale, che non ricorda di essere una creatura e che non sa più gustare l’Amore del Creatore. Vederci dal cielo può aiutarci a rientrare in noi stessi, a capirci un po’ di più, a considerare che cosa è davvero importante nella vita. A sentire profondamente che tutto ha senso solo se si ama. E se ci si sente amati.
don Roberto