5 ottobre 2020
“Il pettegolezzo contribuisce a cambiare il mondo. Noi ci giudichiamo a vicenda giorno e notte, ci giudichiamo senza pietà, spassionatamente; qui tutti sono giudici, tutti sono giudicati, qui non c’è debolezza che possa nascondersi all’occhio che giudica. Non ci sono angoli nascosti.. Per tutti i giorni della vita si è giudicati. In ogni momento. Perciò si è costretti a ingaggiare una guerra contro la propria natura.A purificarsi. A smerigliarsi a vicenda come fa il fiume con i suoi ciottoli. A dispetto della propria natura.(…) Grazie al pettegolezzo noi soffochiamo il nostro istinto,dominiamo la nostra natura biologica e a poco a poco diventiamo migliori. Il pettegolezzo ha una grande forza nella nostra vita perchè tutto qui è esposto come in un cortile pieno di sole.(…) Considerato di solito un’attività spregevole, da noi il pettegolezzo contribuisce in una certa misura allo scopo di riformare il mondo”.
Queste sono parole dello scrittore israeliano Amos Oz, contenute nel romanzo “Altrove, forse”, dove si descrive la vita in un kibbutz. E questo quasi elogio del pettegolezzo mi ha fatto pensare. Perchè, bisogna riconoscerlo, la battaglia contro il pettegolezzo è una battaglia persa. Anzi, qualche volta è addirittura una battaglia che lo incentiva, come è capitato in quel paese dove il parroco, durante l’omelia, aveva invitato i parrocchiani a non spettegolare sul parroco, ottenendo come unico risultato che i pettegolezzi erano dilagati: tutti infatti avevano iniziato a fare illazioni su chi fossero i pettegoli e, soprattutto, su quali argomenti ci fossero per spettegolare.
Allora, forse, conviene davvero guardare il lato positivo della questione. Intanto bisognerebbe sapere che tutti sono oggetto di pettegolezzo, anche i pettegoli. Perchè pettegoli lo siamo un po’ tutti. E questo potrebbe aiutarci non tanto a non spettegolare quanto a offrire qualche occasione in meno per farlo. Anche se poi, lo sappiamo, il pettegolezzo è capaci di nutrirsi di nulla e di autoalimentarsi all’infinito. Ecco perchè risulta sempre difficile stabilire se all’inizio di quella diceria ci sia stato un fatto reale o un’invenzione o un’interpretazione errata nata in una mente bacata.
Già, perchè spesso i fatti vengono interpretati secondo quello che alberga nella testa e nella vita di chi li interpreta. E si sa che “chi è dell’arte stima l’opera”. E poi affrontare i pettegolezzi può anche fortificare il carattere. Si impara a gestire il giudizio degli altri senza venirne schiacciati, si impara a difendere la bontà delle proprie idee e dei propri atteggiamenti quando della loro bontà si è proprio convinti, si impara a perdonare e a guardare gli altri con ironica benevolenza, sapendo che siamo tutti sulla stessa barca.
Anche se i pettegoli spesso, invece, non lo sanno.
don Roberto